RICETTAZIONE
Aveva in casa un pc rubato al «Bocchialini»: 26enne condannato
Prima il raid al Bocchialini. E pochi mesi dopo il computer sparito dall'istituto era rispuntato in casa sua. Lui, parmigiano, oggi 26enne, già con qualche guaio alle spalle, ieri è stato condannato a 6 mesi per ricettazione. Era anche accusato di spaccio per aver ceduto un po' di marijuana a due ragazzi, ma da questa imputazione è stato assolto «perché il fatto non sussiste».
Nell'ottobre di cinque anni fa, quando i carabinieri avevano bussato alla sua porta, in pieno centro , era piuttosto tranquillo perché sapeva di non avere tesoretti proibiti. Non aveva pensato che si mettessero a fare domande su quel pc con uno schermo da 20 pollici in bella vista. «Me lo ha venduto un mio amico», aveva provato a giustificarsi. «E quanto lo hai pagato?», avevano ribattuto a quel punto i militari. «Cinquanta euro», aveva buttato lì.
Una spiegazione che non aveva ovviamente convinto i militari. In ogni caso, se avesse saputo dire la password per accedere al computer, avrebbe almeno fornito una minima prova del fatto che quel pc era (legittimamente) suo.
Ma non era arrivata alcuna risposta. Così, i carabinieri avevano portato il computer in caserma e, attraverso i profili di alcuni social network, erano riusciti a risalire a due insegnanti dell'istituto agrario Bocchialini che avevano usato quel pc. Fino a quando era rimasto a scuola, perché era stato rubato all'interno dell'istituto il 16 agosto, due mesi prima.
Non c'erano elementi per accusare il ragazzo anche del furto, ma non ha potuto evitare la ricettazione. Mentre il computer è stato riconsegnato all'istituto agrario di viale Piacenza.
G.Az.