Vigatto

Addio a Ermelinda Bolzoni, mitica bidella della scuola di Vigatto

Lorenzo Sartorio

«Come il mulino odora di farina e la chiesa di incenso e cera fina sa di gesso la scuola. E’ il buon odore che lascia ogni parola scritta sulla lavagna come un fioretto in mezzo alla campagna».

I dolcissimi versi di Renzo Pezzani, nella sua poesia «La scuola», rappresentano in modo molto semplice ed autentico l’ambiente nel quale ha lavorato una vita Ermelinda Bolzoni scomparsa nei giorni scorsi all’età di 88 anni, mitica e leggendaria bidella della scuola elementare di Vigatto.

Una scuola antica, inaugurata nel 1913, intitolata a Giuseppe Verdi, ed immersa proprio in quella grassa campagna dalla terra «scura da pane» come descriveva il grande poeta parmigiano.

Ermelinda era nata a Vigatto, paese nel quale ha sempre abitato salvo una breve parentesi a Marano dove si era trasferita con il marito Primo Tognetti , contadino.

Rimasta vedova molto giovane, madre di due figli, Maura e Maurizio, dapprima, trovò lavoro nella cartiera di Vigatto per poi essere assunta come bidella nella scuola del suo paese. Ed in quella scuola ci rimase tutta la vita divenendo una seconda mamma per alcune generazioni di bambini del posto.

Carattere solare ma tosto e deciso, un cuore d’oro, tipico delle «rezdore» di campagna, Ermelinda, non solo svolgeva il lavoro di bidella, ma era anche addetta alla mensa servendo il pasto a quei pulcini alla guisa di una vera e propria chioccia.

Ai suoi bambini, Ermelinda, non solo insegnò le più note canzoni della tradizione popolare (aveva una bellissima voce) ma, in occasione della ricorrenza di Santa Lucia, indossava un abbigliamento che la facesse assomigliare alla santa per poi distribuire dolciumi ai suoi bambini che non la dimenticheranno mai.

Infatti, se è molto difficile dimenticarsi di un insegnante, impossibile è dimenticarsi del bidello e della bidella, come l’Ermelinda, angeli custodi di quei ragazzini dal grembiule nero o bianco e dal fiocco azzurro o rosa più grande del loro viso. E, a proposito di mitici bidelli parmigiani, commovente, un episodio che capitò qualche anno fa. Un anziano che aveva disturbi di cuore si recò a fare una visita cardiologica. Entrato in ambulatorio, si coricò sul lettino dopo di che arrivò un giovane cardiologo che visitò il paziente e quindi stilò il referto con tanto di firma. L’anziano lesse il referto e, annotando la firma del medico, gli disse: «Mi son stè al to bidél cuànd t’andäv a scóla….. . Un po’ äd mäl äd cór te m’le fat gnir ànca ti e i to compàgn äd clàsa». Quindi, abbracciò affettuosamente quel giovane camice bianco. Petali di vita, proprio come quelli dell’ Ermelinda, la storica bidella di Vigatto.