TRAVERSETOLO

Falso aggravato, condannato a 2 anni e 6 mesi l'ex vice comandante dei carabinieri Alesi

Georgia Azzali

Traversetolo Sono passati quasi otto anni da quando toccò a lui ricevere una di quelle ordinanze che era abituato a notificare. Trascorse un periodo ai domiciliari, Vincenzo Emanuele Alesi, ex vice comandante della stazione dei carabinieri di Traversetolo, prima di tornare in libertà. Le accuse? Una lunga lista: dal falso in atto pubblico aggravato, al peculato, oltre che calunnia e truffa aggravata, rifiuto d'atti d'ufficio. E, ieri, è arrivata la condanna: 2 anni e 6 mesi per falso in atto pubblico aggravato. Assoluzione, invece, per gli altri reati «perché il fatto non sussiste», in particolare il peculato, e prescrizione per alcune contestazioni. Una sentenza in linea con le richieste del pm Umberto Ausiello, che aveva «ereditato» il fascicolo dal collega Giuseppe Amara. Il collegio, presieduto da Gennaro Mastroberardino, ha anche fatto scattare 2 anni di interdizione dai pubblici uffici per Alesi, che non è più nell'Arma. A processo era finito anche Lorenzo Martinico, sottoposto di Alesi e anche lui in servizio in quel periodo a Traversetolo: accusato di concorso in falso in atto pubblico aggravato, è stato assolto «perché il fatto non sussiste» (un episodio era prescritto), come peraltro aveva chiesto il pm.

I falsi contestati ad Alesi? Pattugliamenti fatti per un numero di ore inferiore rispetto a quello poi messo nero su bianco e controlli mai fatti, secondo l'accusa. Ma ci sarebbero anche le malattie tanto improvvise, quanto false, per la procura, come quando aveva scritto di aver tardato l'inizio di un servizio di perlustrazione per problemi dovuti a un'influenza.

Reati che inizialmente erano stati contestati in concorso con alcuni colleghi. «Sembra che l'unico responsabile sia Alesi, perché gli altri nel frattempo sono stati assolti o le posizioni sono state archiviate - commenta il difensore Luigi Palmieri -. E' una sentenza che mi lascia perplesso e amareggiato, ma questo è un processo che nasce viziato, come ho detto anche in aula, se si pensa che ci sono anche intercettazioni tra imputato e difensore». Soddisfazione, invece, da parte di Sandro Milani, avvocato di Martinico. Ma anche un rammarico. «Era chiaro fin dall'inizio che non aveva alcuna responsabilità, per cui questo era un processo che non si doveva fare».

Georgia Azzali