Traversetolo

Il barbiere Vittorio Piovani spiega il liscio sul Guardian

Traversetolo - Un tuffo alla scoperta del genere musicale che attinge le proprie origini dalla Romagna e poi diffuso in tutta Italia, ascoltando la voce dei frequentatori delle «balere», dei musicisti e delle orchestre e di quella generazione over 50 che ancora tiene viva la tradizione.

Nelle parole del giornalista Giorgio Ghiglione e negli scatti di Michele Lapini, la fotografia di una domenica al Redas, locale di Montecchio, per raccontare all’estero una delle più note tradizioni popolari italiane: il liscio.

Pubblicato nei giorni scorsi sul noto quotidiano britannico The Guardian, nella versione online e cartacea, l’articolo si apre con il racconto di Vittorio Piovani, noto barbiere 75enne di Traversetolo che, come si legge, è un «fan sfegatato del liscio». Suo il volto che campeggia in cima all’articolo, intitolato «It takes away my melancholy: liscio, the glamourous Italian club scene for older people» ovvero «Mi toglie la malinconia: liscio, la scena glamour dei club italiani per anziani».

Scrive Ghiglione: «Vittorio Piovani è un barbiere di Traversetolo. Ogni domenica indossa un abito elegante, lucida le sue scarpe, arriccia i suoi lunghi baffi e va a ballare in un club di un paese vicino, come altri frequentatori del fine settimana». «Il liscio ha tutto: un po’ di valzer, un po’ di polka, un po’ di tango, un po’ di slow-dance» ha raccontato Piovani all’interno del locale. Ghiglione nell’articolo racconta la nascita di questo genere, la sua diffusione negli anni del dopoguerra grazie a Casadei, il resistere agli influssi provenienti dai generi americani, gli amori sbocciati nelle balere, il ruolo sociale e di appartenenza, e il suo lento declino, acuito dalle chiusure della pandemia.

M.C.P.