Sesto raduno

In centinaia all'«isola dei famosi»

Mara Varoli

È l'«isola» di don Sergio Sacchi, che li ha cresciuti uno a uno all'ombra della chiesa. È l'«isola dei famosi», così come si battezza la compagnia. Cresciuta in quella strada, tra via Volturno e via Spezia, quando ancora il cortile era il luogo dell'incontro, dei giochi e degli scherzi dei bambini degli anni Sessanta, Settanta e oltre.

Bambini che nonostante l'avventura della vita non si sono mai persi di vista e che ogni anno si ritrovano sulla scalinata di Santa Maria del Rosario. Certo, quello di ieri sera è stato un ritorno molto atteso, visto che con la pandemia il raduno è stato sospeso.

Sulla scalinata insieme a Cesare e a Enrico Frambati altri 150 «famosi», che dopo la foto di rito hanno fatto baldoria nel campo da basket intitolato al don, scomparso nel giugno del 2018: anche in quel giorno davanti alla Cattedrale don Sergio aveva tutti i suoi ragazzi di via Isola, che con grande riconoscenza avevano portato il feretro. Ragazzi che in realtà raggruppano più generazioni, dagli anni Cinquanta agli Ottanta, tutti «figli» di don Sergio Sacchi. E il ritrovo è lì, dove ieri sera c'è stata la cena: «Dopo quattro anni con lo stop della pandemia si riprende il raduno di via Isola - racconta Cesare Frambati -. È la sesta edizione: dopo i ringraziamenti abbiamo inaugurato il ritratto di don Sergio a 4 anni dalla sua scomparsa e ricordato i ragazzi che non ci sono più con un grande applauso, anche se sono sempre con noi». La cena è stata preparata da Davide Censi degli Antichi Sapori con salumi, insalata di misticanza, tortelli, risotto agli Antichi sapori, guancialini con patate e torte casarecce. In più, lo stand di Federico Zucchi che con la sua birreria artigianale ha offerto i suoi prodotti. «Questo raduno è per noi di via Isola - sottolinea Cesare Frambati -, ma vuole essere anche un messaggio per tutti gli altri quartieri. Nonostante quello che è successo, le strade devono vivere e non solo quelle del centro: la gente deve ricominciare a riabbracciarsi e condividere i cortili. È importante non avere quartieri dormitori, dove vivono sconosciuti. È importante per essere felici e per la sicurezza di ognuno di noi». Al raduno non sono mancati i personaggi storici: «Il benzinaio di fiducia Generoso, i ragazzi del baseball - continua Cesare Frambati -, come Corradi, il Gibo e Iaschi, perché il baseball è nato in via Isola grazie a don Sergio». E non è mancata una delegazione della società di calcio Us Astra, nata in questo quartiere: «Anche i figli dei figli ci hanno raggiunto, perché vogliono portare avanti la tradizione». E la colonna sonora dell'«isola dei famosi» è ritornata, con le chitarre di Orlandini e Frigeri. Ma anche Enrico Frambati si è messo al mixer con la musica d'ascolto.

Una «Storia d'amore», proprio come la canzone di Celentano. «Si ringrazia la diocesi e la chiesa capitanata da don Demetrio - chiude Cesare Frambati - e ringraziamo don Sergio: noi eravamo i ragazzacci e lui puntualmente veniva fuori dalla chiesa per stare con noi. Aveva sempre una parola per tutti noi, che eravamo i guardiani di Santa Maria del Rosario. E il don ci sorrideva». La forza di don Sergio che sapeva travolgere è bene riflessa in quel quadro appeso nel suo campo sportivo: «Per educare noi stessi e soprattutto i piccoli a saper gioire e sorridere nello sport e con lo sport». «Chi non c'è più resta lì con noi - ricorda Fausto Chiesa -. Il nostro spirito è spinto e si muove da un grande senso di appartenenza alla strada: per tutti sono stati gli anni più belli che abbiamo vissuto e li abbiamo passati lì. Quello che riproponiamo è l'amicizia: abbiamo mantenuto i rapporti nonostante le difficoltà e questo deve essere un messaggio per tutti, per essere uniti ancora dopo tanti anni e dove le compagnie diverse si ritrovano per condividere un'esperienza. I ricordi non si possono cancellare - conclude Chiesa - e noi saremo sempre giovani: quelli di via Isola».

Mara Varoli