La storia

Ivan, in carrozzina sulla Vespucci: «Il mio sogno»

La storia di Ivan e un sogno che si avvera: dalla sedia a rotelle all’Amerigo Vespucci. Non si raccontano tutti i giorni storie come questa, ma tra i fatti di cronaca, politica ed eventi vari si nascondono anche vicende intrise di gioia. Oggi in prima piano c'è la felicità di un uomo di 43 anni, Ivan Tavella, al quale non sempre la vita ha sorriso: è malato di distrofia muscolare di Duchenne, patologia con cui convive fin da quando era bambino e lo costringe su una sedia a rotelle e all’uso del respiratore.

Ivan però non si arrende e, solare, racconta di aver coronato un sogno: visitare la nave scuola Amerigo Vespucci. La Marina lo ha accolto e la Croce rossa ha reso possibile il trasporto.

«Sono sempre stato appassionato di veicoli che solcano il mare, fin da quando ero bambino: vedere le immagini, le imprese e leggere le storie di queste imbarcazioni mi ha sempre emozionato. Così ho espresso un desiderio: visitare l’Amerigo Vespucci».

«Erano tanti anni che aspettavo questo momento, - continua - pensando non fosse possibile: troppo impegnativo con la sedia e il respiratore». Ma poi la gioia. E un’emozione fortissima. «Mi è sembrato di vivere in un film. Ho visto il veliero che ho sempre sognato. Sono rimasto senza parole. Mi ha presentato la nave il Capitano di vascello che mi ha seguito per tutta la visita dopo tante autorizzazioni speciali. Un onore per me. La gioia di essere accompagnato da tanti marinai mi ha fatto sentire a casa. Ho anche firmato il libro firme della nave riservato a vip e capi di stato. Concludo ringraziando tutti compreso il circolo sottufficiali della Marina che ha dimostrato sensibilità».

Grande felicità e commozione anche per chi ha permesso a Ivan di coronare il suo sogno di una vita. «Un trasporto così particolare è impegnativo ma che ci permette di vedere tanta gioia negli occhi del ragazzo e percepire la sua felicità: non capita tutti i giorni. Il nostro impegno è costante: perché storie come questa si possano raccontare sempre più spesso» concludono i volontari e il presidente Giuseppe Zammarchi della Croce Rossa di Parma ente che ha seguito e organizzato la visita del ragazzo nella maniera più confortevole e delicata possibile.

Nicolò Bertolini