VIOLENZA SESSUALE

«Ha molestato 28 pazienti»: il pm chiede 12 anni per il chirurgo De Lorenzis

Georgia Azzali

«Ti farò diventare bellissima». Era quella promessa suadente che le faceva diventare arrendevoli. Così avrebbero subito i suoi baci, i suoi palpeggiamenti, le sue mani che si infilavano nelle parti intime e il suo corpo che si strusciava contro il loro. Con quel camice bianco che infondeva sicurezza e incuteva timore al tempo stesso, Gianfranco De Lorenzis, 69 anni, accusato di violenza sessuale aggravata e continuata, avrebbe molestato 28 donne. Pazienti con gravi problemi di obesità, in lotta con «una sofferenza di cui lui ha approfittato», dice il pm Emanuela Podda. E subito dopo chiede 12 anni di condanna, senza la concessione di alcuna attenuante.

Tre ore e mezza di requisitoria per radiografare il «modus operandi» dello specialista in chirurgia bariatrica che per anni aveva lavorato in una clinica della città, oltre che in altri centri della penisola. Le testimonianze di tutte quelle donne, da chi non aveva ancora compiuto 18 anni a chi aveva già superato i 50, che spesso dopo aver subito le molestie non sarebbero più riuscite a farsi avvicinare nemmeno da fidanzati e mariti, l'hanno colpita dal punto di vista umano, ammette il pubblico ministero. Ma «io sono un magistrato - aggiunge subito dopo - e quindi mi devo chiedere se è vero. E la risposta è sì».

Si è soffermata su tutti i casi delle donne che hanno presentato denuncia per violenze che avrebbero subito dal 2007 al 2016: pazienti che sarebbero state molestate nel suo studio, in alcune circostanze anche mentre un familiare era presente, ma c'era un separé a nascondere i gesti del medico; altre anche prima di entrare in sala operatoria oppure, anche se sofferenti, dopo l'intervento. Ma perché tra le migliaia di donne seguite da De Lorenzis in tutta la sua carriera «solo» 28 si sono fatte avanti, a volte anche dopo anni? Il pm si pone la domanda davanti ai giudici, e dà la sua risposta. «De Lorenzis le sottoponeva subito a un test psicologico, facendosi raccontare tutto, chiedendo anche informazioni sulla loro vita sessuale, e capiva quali erano le persone più fragili: su quelle perpetuava le molestie. Non c'è astio nelle loro denunce, si percepisce solo una grande sofferenza. E mai hanno cambiato la loro versione. Tutte raccontano comportamenti simili di De Lorenzis ma non sovrapponibili, e questo significa che le loro affermazioni sono genuine».

I difensori di De Lorenzis prenderanno la parola la prossima settimana.

Ma ieri è toccato anche agli avvocati di parte civile spiegare quanto doloroso sia stato per le donne trovare la forza di uscire allo scoperto, di liberarsi - in molti casi - di quel rapporto di sudditanza per puntare il dito contro il medico che aveva promesso di farle «rinascere».