Bedonia
Punta dai calabroni mentre è nel frutteto e in pericolo di vita: salvata dal 118
Grazie ad una corsa contro il tempo ed una perfetta sinergia, lunedì sera una sessantenne dell’alta val Ceno è stata salvata dall’équipe medica del 118. La donna era stata punta da diversi imenotteri (calabroni), ed era ormai al limite delle forze ed in pericolo di vita.
Il fatto è accaduto intorno alle 20 a Spora piccola frazione dell’alta Valceno alle pendici del monte Orocco La donna era salita nel suo frutteto a raccogliere prugne quando è stata assalita da uno sciame di calabroni e si è accorta delle dolorose punture e ravvisato i primi sintomi di difficoltà respiratorie, ha raggiunto rapidamente l’abitazione per chiedere aiuto ai familiari ed ai vicini di casa presenti i quali hanno prontamente attivato il 118.
Proprio grazie al supporto telefonico fornito dalla Centrale Operativa 118 Emilia Ovest, la signora è stata assistita fino all’arrivo dei mezzi di soccorso partiti sia da Bedonia che da Borgotaro. Una corsa contro il tempo, alcune persone del posto si sono organizzate mettendosi in strada per segnalare ai soccorritori l’abitazione di difficile identificazione. Prima a raggiungere il luogo segnalato è stata l’ambulanza infermieristica della croce rossa di Bedonia. «Attimi brevi ma che sembrano lunghissimi ed interminabili in quelle situazioni di emergenza-urgenza in cui il tempo risulta determinante per la sopravvivenza - ha spiegato la dottoressa Susy Pinelli -. La montagna e le sue lunghe percorrenze non giocano spesso a favore della tempistica». Immediata la somministrazione di farmaci salvavita specifici per lo shock anafilattico poi l’infermiere dell’Emergenza Territoriale ha iniziato la terapia farmacologica prevista.
Terapia, trattamento e stabilizzazione poi completata dal medico dell’automedica Borgotaro 30 giunta poco dopo sul luogo dell’evento. Un lieto fine grazie al susseguirsi di precisi e corretti passaggi che possiamo definire anelli che rappresentano il gold-standard per ogni intervento. «Allarme precoce e primo soccorso messo in atto dai presenti, riconoscimento del target e giusto invio dei mezzi disponibili da parte della Centrale Operativa, stabilizzazione e trasporto (ambulanza e automedica) – hanno affermato i sanitari -. Una collaborazione e una sinergia forte tra tutti i presenti dai familiari ai vicini, volontari, medico ed infermiere. Perché insieme, e solo insieme, si può veramente fare la differenza».