L'intervista
Francesco Comparoni, un parmigiano sul tetto d'Europa: «Io e l'azzurro, emozioni uniche»
Dieci mesi (a qualcuno) posson bastare, per scrivere la storia e fare quello che la stragrande maggioranza degli atleti non riesce a portare a compimento nemmeno in anni e anni di onorata carriera. Gli ultimi dieci mesi hanno proiettato il parmigiano Francesco Comparoni, classe 2001 cresciuto nella Energy Volley, dapprima alla conquista del titolo mondiale con la Nazionale italiana Under 21, quindi – nei giorni scorsi – al trionfo agli Europei Under 22.
A Tarnow, in Polonia, gli azzurrini guidati da Vincenzo Fanizza hanno superato in finale la Francia con un brillante 3-1. E nel match decisivo a farsi notare è stato proprio Comparoni, autore di 11 punti e in generale di una prestazione ricca di sostanza e qualità. «A differenza del Mondiale, dove ero arrivato a pochi mesi di distanza dalla mia prima convocazione in Nazionale e avevo giocato poco, l'Europeo l'ho vissuto da protagonista. La sento più mia, questa medaglia» confessa il pallavolista, incoronato come miglior centrale dell'intera manifestazione continentale.
Che finale è stata?
«Eravamo molto tesi anche se, paradossalmente, questa partita si è rivelata meno complicata della semifinale giocata il giorno prima: con i padroni di casa della Polonia, infatti, l'avevamo spuntata solo al tie break, dopo un match giocato sempre punto a punto, all'ultimo sangue».
Anche l'anno scorso, al Mondiale, avevate sofferto la Polonia.
«È vero, questo testimonia il valore assoluto dell'avversario e allo stesso tempo certifica il nostro: la Polonia è una formazione con tante individualità di spessore».
Immagino che il risultato della semifinale vi abbia dato una spinta e una motivazione incredibili.
«Sì, non c'è dubbio. Tuttavia abbiamo accusato una certa stanchezza, fisica e mentale: sapevamo che sarebbe stato così. In ogni caso, contro la Francia abbiamo interpretato la partita nel modo giusto: dopo aver incontrato qualche difficoltà nel primo set, siamo venuti fuori bene. E la vittoria non è mai stata realmente in discussione».
Come giudica il suo Europeo?
«Non sono partito benissimo. Ricordo la prima partita della fase a gironi: avevo tanta voglia di dimostrare il mio valore e questo mi ha messo un'eccessiva pressione addosso. Poi, ho riflettuto: l'unica maniera per essere utile alla squadra, e non vanificare gli sforzi fatti per arrivare fin qui, era restare tranquillo».
Ha fatto talmente bene da guadagnarsi un riconoscimento personale.
«È stata una sorpresa, che ho accolto con naturale soddisfazione. Ma la cosa di cui vado più fiero è il fatto di essere saliti, come squadra, sul gradino più alto del podio. Non sono frasi di circostanza: questo gruppo, il titolo europeo, lo ha meritato dimostrando sempre predisposizione al lavoro e attitudine al sacrificio».
Quanto «pesa» indossare la maglia della Nazionale?
«Tantissimo. Avverti chiaramente la responsabilità di rappresentare una nazione intera, un movimento intero. Le partite, poi, io le vivo con emozioni contrastanti».
In che senso?
«Quando sono in campo, da titolare l'adrenalina è al massimo: sono concentrato unicamente su ciò che devo fare. Quando invece torno in panchina a rifiatare, lì la tensione si acuisce. Allora, devi essere bravo a gestire il momento».
Nell'ultima stagione ha esordito in Superlega con la Consar Ravenna: lei arrivava dalla B, che impatto ha avuto con il massimo campionato?
«Avevo cominciato la stagione con la Vero Volley Monza, società proprietaria del mio cartellino. Ma avevo bisogno di giocare: non avendo molto spazio, d'accordo con la dirigenza abbiamo optato per la soluzione Ravenna. A livello di squadra è stata una stagione sofferta, conclusa con un'amara retrocessione. Però ho avuto la possibilità di misurarmi in un campionato di alto livello, maturando esperienza e proseguendo nel percorso di crescita».
Il suo futuro?
«Ravenna ha scelto di puntare su di me. E io ho accettato di restare, perché mi sono legato all'ambiente e conosco diversi ragazzi che andranno a comporre l'organico: cercheremo di riscattare l'ultima stagione».