Il viaggio di Andrea Delsoldato

Da Parma in Bangladesh in vespa per conoscere la giovane che ha adottato a distanza

Andrea Delsoldato è partito da Parma verso il Bangladesh a bordo della sua Vespa.

Ha salutato gli amici a bordo della sua «Ronzinante» da piazza Duomo.

Una Vespa vintage, caricata il più possibile, lo porterà dalla città, dove è arrivato, da Pontremoli, all’altra parte del mondo. Dopo essersi laureato nel nostro Ateneo in Scienze ambientali è approdato rapidamente alla professione di tecnico qualità acque in un’importante azienda.

Si apre, ora, per lui, un tempo completamente nuovo, il viaggio della vita, che già per compiersi, la vita, gliel’ha stravolta. Andrea si è licenziato, si è preso una pausa sabbatica e si è messo in cammino per raggiungere una ragazzina, che ha adottato, a distanza, chiedendo in regalo, per il suo trentesimo compleanno, appunto l’inizio di un sostegno per una giovane e fragile vita lontana.

«Kakuli aveva 9 anni quando l’ho adottata, ora ne ha 13. La rete che ci ha messo in contatto è quella della Rishilpi International Onlus Milano che contrasta, nel Distretto di Satkhira, la piaga dei matrimoni minorili. Kakuli ha iniziato ad andare a scuola dopo le mie devoluzioni. Vive in una zona rurale, priva di servizi e con una cultura patriarcale. I nostri aiuti cambiano totalmente la vita di queste bambine e una volta arrivato mi renderò davvero conto di come avviene».

La Vespa che traghetterà Andrea in un tragitto di quasi 8000 chilometri in linea d’aria (che cresceranno però fino a 17.000 per molti «zig zag» pianificati) non sa quello che l’aspetta, ma lui ha cercato di pensare ad ogni evenienza rispettando la necessaria parsimonia che deve avere il bagaglio trasportato dal piccolo ciclomotore.

«Sarà un viaggio lento: 200 km ai 60 all’ora sono come 800 con una moto da strada. Io sono spaventato dalla velocità ma non mi spaventa infilarmi dentro Paesi molto lontani e diversi dai nostri. Ho viaggiato in Africa, in Georgia ed Armenia e in Medio Oriente. L’Asia è sempre stato, però, il mondo che più mi ha affascinato. Dopo Ancona attraverserò il tratto di mare fino in Grecia in traghetto, poi sarà solo terra a due ruote attraverso Turchia, Iran, Pakistan e India. Un sogno è quello di toccare il Nepal, spero di farcela».

Tenda, fornelletto, vestiario da montagna e abiti leggeri, medicinali e un blog Instagram il_vespanauta seguiranno l’impresa che dovrebbe compiersi in 5 mesi (alcune attrezzature sono state omaggiate dalla Move Mountain Lovers di via Sartori).

A Scorcetoli rimangono i genitori Claudio e Raffaella. Molti gli amici sia in Lunigiana che a Parma che non sanno se davvero tornerà o troverà un altro viaggio da fare. «La onlus presso cui sarò ospite in Bangladesh, in un paese vicino a quello di Kakuli, si occupa anche di depurazione delle acque. Distribuisce acqua potabile a comunità dove un’infezione può essere letale. In quei territori una piaga ricorrente è quella dell’inquinamento dei fiumi. Non ci sono impianti di depurazione e, oltre alle acque nere, nei fiumi vengono riversati gli inquinanti dell’industria tessile che tutto il mondo ha delocalizzato a quelle latitudini. Forse con le mie competenze potrei dare una mano per la potabilizzazione delle falde compromesse».

Insomma nel cuore le picaresche imprese di Giorgio Bettinelli, che ha diviso la vita tra musica e 300.000 km passati con le mani sulle manopole di una Vespa, ma in testa il coraggio di provare a cambiare il mondo.

Chiara Cabassi