LETTERA AL DIRETTORE

Debito pubblico: come stanno le cose

Daniele Ghirarduzzi (ex responsabile dell'ufficio Statistica e Studi della Camera di Commercio)

Egregio direttore,
sciocchezze sul debito pubblico? Un ossimoro.
Spiace leggere che persone, come il lettore Giuseppe Pigozzi, esprimano giudizi negativi sul debito pubblico - purtroppo non è il solo - senza saperne quasi nulla.
Lui definisce «sciocchezze» le cose dette da altri, ma mi pare che non sia immune dallo scriverle pure lui, un ossimoro quindi.
Partiamo da un concetto molto semplice: il debito pubblico serve ad uno Stato per fare investimenti senza dover alzare le tasse o tagliare i servizi ai cittadini, quindi è uno strumento positivo. Erroneamente il lettore scrive, tra l'altro, che lo Stato spende più di quanto incassa, cosa assolutamente non vera. Siamo in avanzo primario (entrate maggiori delle uscite) da decenni ormai.
Ora, chi pagherà il nostro debito? Lo Stato, cioè noi. Ma ad un debito corrisponde sempre un credito, e chi incasserà il credito? Noi, cioè lo Stato. Infatti la maggior parte del debito pubblico è in mano a cittadini e imprese italiane che, con le pensioni integrative, buoni postali, obbligazioni e strumenti finanziari simili, acquistano buoni del tesoro senza nemmeno saperlo (i cosiddetti fondi «garantiti» contengono obbligatoriamente titoli di Stato).
Inoltre, gli interessi che tutti affermano che pesino fortemente sul bilancio dello Stato, vengono incassati in gran parte dagli italiani detentori dei titoli, contribuendo a creare ricchezza per il Paese.
Le norme dell'Unione europea demonizzano il debito pubblico dei Paesi membri, ma non dicono stranamente nulla sul debito privato. Così si scopre che sommando il debito pubblico con quello privato, la Germania è più indebitata dell'Italia. L'avreste detto?
Per queste ragioni sarebbe ora di finirla di demonizzare il debito pubblico che, peraltro, non è debito «sovrano» come molti lo etichettano, perché l'Italia è una Repubblica, non una monarchia, scusate la pignoleria.
Ora, a supporto di quanto ho ricordato, vorrei sottolineare questi fatti:
1) il rapporto debito/Pil del Giappone è più del 240%. Il Giappone vi sembra sull'orlo del fallimento? Tutt'altro. Hanno la disoccupazione a circa il 3%, tanto per dirne una.
2) negli ultimi 5 anni gli Usa hanno aumentato il proprio debito pubblico di circa il 60%, più del 10% all'anno. Sono forse impazziti? Non credo proprio.
3) per fare fronte alla crisi covid nel 2020 il governo ha aumentato il debito pubblico di 200 miliardi, una somma davanti alla quale i miliardi dell'Europa, spalmati in sei anni, fanno sorridere. Ma il bello è che il ministro delle finanze tedesco Scholtz ha aumentato il debito tedesco nello stesso periodo di ben 800 miliardi! In un solo anno! I tedeschi si sono arrabbiati con lui? Niente affatto, anzi, lo hanno tributato di tutti gli onori e lo hanno eletto successore della Merkel.
4) si dirà «ma loro non sono come noi, noi non possiamo» che è il solito razzismo al rovescio, quando gli italiani si sputano addosso da soli, chissà il perché. Comunque anche questo non è vero. Negli anni 80 quando l'inflazione era galoppante a causa della crisi del petrolio e della conseguente austerity, il governo aumentò il debito pubblico a dismisura e questo portò non soltanto alla ripresa economica, ma addirittura a sconfiggere l'inflazione galoppante.
Ora, quando si fanno affermazioni categoriche sul fatto che il debito pubblico sarebbe una iattura, bisognerebbe suffragarle con dati e fatti concreti, i quali invece ci dicono l'opposto.
Vorrei finire con la parte più divertente: quando dicono che il «rendimento» dei titoli è schizzato a 3/4% per cui gli interessi che lo Stato pagherà saranno più alti, andate in Banca e chiedete di acquistare Cct col tasso del 3%. Vi rideranno in faccia perché gli interessi sono dello 0,50% se vi va bene, provare per credere.