parma
Lite tra stranieri in via Verdi: bottigliate e minacce di morte. Turisti di passaggio, spaventati, in fuga
Chi stesse litigando con chi, non era facile capirlo. Ma alcuni dettagli, invece, erano chiarissimi: uno gridava «ti ammazzo», l'altro lo rincorreva con una bottiglia trasformata in clava, un terzo strepitava mitragliando spintoni. Mentre una coppia di giovani turisti francesi, trolley al seguito e sguardo sgomento, correvano terrorizzati. Increduli di essere finiti in mezzo ad un simile concentrato di sguaiata cattiveria.
Via Verdi, ieri pomeriggio in una domenica di fine agosto, appariva il solito deserto d'asfalto assolato. Ma tutt'altro che quieto, dove le grida si mescolavano al suono delle bottiglie spaccate. In questi casi, spesso, alla fine del litigio resta sangue per terra.
«Cosa è successo stavolta? Quello che accade ormai quasi tutti i giorni. Alcuni di quella legione di sfaccendati che si danno appuntamento qui hanno iniziato a litigare. E, visto che vivono con la bottiglia di birra in mano, è con i vetri che si mettono d'accordo», ironizza uno dei residenti che per caso ha assistito in tempo reale alla zuffa. Lui, ammette, c'ha fatto il callo. Ma non per tutti è così.
«Io mi vergogno: mentre quelli sbraitavano e si inseguivano c'erano due turisti stranieri appena scesi dal treno che con il navigatore del cellulare seguivano la strada più veloce per raggiungere il loro albergo. Purtroppo il telefono non sa come vanno le cose. E li ha fatti passare proprio da via Verdi. Quei due erano giovani e palesemente spaventati. Io li ho seguiti per tranquillizzarli e li ho raggiunti dalle parti della Camera di Commercio: mi hanno guardato con sospetto. E poi hanno detto: ma a Parma c'è da avere paura?».
No, non è così, le nostre strade non sono un campo di battaglia. Ma ci sono angoli, e il quadrante dalla stazione alla Pilotta è di certo uno di quelli, che da tempo hanno smesso di sentirsi la nobile porta d'accesso alla città. Piuttosto resta la avvilente sensazione di essere un sottoscala dimenticato.
«Eppure per riportare ordine basterebbe solo un po' di buona volontà da parte di chi ha la responsabilità: esercitare un controllo severo sui bivacchi, sanzionare i soggetti più agitati, obbligare i negozi etnici a rispettare le regole per quanto riguarda gli orari e le modalità di vendita degli alcolici. Ma ormai è chiaro: non c'è interesse a farlo», racconta uno dei residenti che nel recente passato ha provato a spedire esposti e segnalazioni. «Invano».
Di recente, si sente ripetere, sembrava che ci fosse stato un potenziamento della vigilanza, un incremento dei passaggi del personale in divisa. Ma con le ferie d'agosto, si sa, tutto si allenta. E nelle strade spopolate dal traffico abituale resistono solo quelli che non hanno un posto dove andare. Forse, che non hanno nulla da perdere.
«Negli ultimi mesi le scazzottate sono state diverse e ci sono stati anche accoltellamenti in queste strade - è la conclusione di una donna che abita dall'altra parte della via. - Ma quella è solo la punta dell'iceberg: il problema è quotidiano, strisciante. Io sono rientrata dalle ferie l'altra sera e non sono potuto scendere dalla macchina per mezz'ora. Appena fermata in due mi hanno circondato l'auto: non so cosa volessero ma era notte e non mi sentivo sicura. Nello stesso modo anche l'altra notte siamo stati svegliati dalle urla di qualcuno che gridava ad un altro di scappare. Chi fosse non lo so: ma la voglia di andare via alla fine viene anche a me».
Luca Pelagatti