Sorbolo
Cinquant'anni fa la nascita della discoteca Gua-ran. Oggi serata «celebration»
Sorbolo Non c’erano, soltanto a Sorbolo, la bellezza di ben tre cinema per bambini, famiglie e adulti: negli anni ‘70 e ‘80 i ragazzi potevano trascorrere il sabato sera e la domenica pomeriggio anche ballando, nel pieno centro del paese.
I protagonisti di quegli anni lo ricordano spesso, soprattutto alle generazioni di giovani d’oggi: le memorie dell’unica discoteca sorbolese sono in loro ancora indelebili. Momenti di svago, sano divertimento, compagnia e tanta, tanta, buona musica.
Sono passati cinquant’anni da quel 1972, quando, proprio in occasione dell’ultimo fine settimana di agosto, veniva inaugurato in via 1° Maggio, 14, il Gua-ran, una delle prime piste da ballo moderne della provincia. La terza dopo l’Astrolabio di Parma e il Can-am di Medesano. E per ricordare l’importante anniversario, stasera alla «Gastrobola» andrà in scena il revival con le musiche di allora.
In realtà, il Gua-ran è nato dalla trasformazione di un dancing degli anni ‘50 e ‘60, la Capinera, sull’onda di quanto era stato fatto alcuni mesi prima a Parma seguendo le evoluzioni delle sale da ballo. Dalla grandiosa Capinera della famiglia Govi sono passati quasi tutti i più famosi cantanti e complessi dell’epoca, tra cui anche Gianni Morandi.
Con l’inizio poi degli anni ‘70, a causa di problemi di salute del padre, Edies Govi (per tutti «la Brunella») insieme a suo marito, il signor Pattini, Claudio Gandolfi e Bruno Paini, in arte «Don Pini», decisero di assumere insieme la gestione del locale: crearono quindi, carichi di entusiasmo, la società Facama e inaugurarono la stagione gloriosa del Gua-ran.
L'origine del nome
Per ammodernare il locale, Gandolfi – che di liquori si intendeva – propose di denominarlo come la grappa che lui stesso ogni sera beveva al bar «Guarany».
Seguendo i canoni del periodo, il locale cambiò radicalmente il suo arredamento: fecero ingresso la consolle dj sopraelevata, la pista in acciaio inox, i tubi in plexiglass trasparente con luci colorate all’interno, l’american bar, la moquette e i divanetti all’avanguardia, le luci colorate e stroboscopiche e la proiezione di diapositive. Il disk jockey doveva essere un africano, come era in voga nel periodo. Tuttavia, nessuno fu disponibile e alla fine venne ingaggiato un 19enne sorbolese, un grande appassionato di musica, specialmente rithm ‘n’ blues, funky e soul, che ascoltava radio Lussemburgo: Achille Azzali, da lì in poi più semplicemente «dj Achille».
L'arrivo di Vasco Rossi
Il successo del Gua-ran fu subito grandioso, e continuò per sei anni. Poi, nel 1978, nel pieno periodo «febbricitante» della disco music, ci fu un calo. Fu proprio il dj Achille – che per un anno e mezzo traslocò al Trifoglio di Poviglio – a consigliare allora ai gestori di provare a diversificare l’offerta contattando un dj radiofonico di Punto Radio. Una persona molto in voga in quel momento, che creava “audience”: Vasco Rossi, il quale accettò la proposta e divenne presenza fissa per due mesi a Sorbolo. Fece musica rock urlata al microfono, ma poi le persone volevano ancora soul e funky, per cui non ci fu seguito. È così che lo ricorda Don Pini: «Vasco si presentava con la chitarra in mano e mi chiedeva: “Bruno potresti aprirmi il locale prima?”. Allora, gli aprivo il locale alle 20,30, perché poi alle 22 sarebbe iniziata la serata. Mi chiedeva spesso se mi piacessero le sue canzoni. Rispondevo che non si capiva nulla di quello che faceva, anche per via della sua voce sgraziata: non sono stato certo un gran talent scout. Tutte le sere chiedeva del whisky e mi prometteva che se fosse divenuto famoso mi sarebbe stato riconoscente. Ma riconoscente non è stato: quando, reduce da Saremo, lo chiamai ospite al Gua-ran per premiarlo come ex dj e rilanciare il locale, mi disse che il suo impresario non voleva. Mi ha chiesto scusa, ma poi non l’ho più cercato».
Un nuovo periodo
Dopo la fase affidata al dj Vincenzo Carestiato, nel 1980 tornò Achille che, affiancato da Roberto Oppici, suggerì di rilanciare il locale con un restyling simile a quello visto all’Altromondo studios di Rimini. La proposta convinse: il Gua-ran si trasformò in Space Gua-ran. La fantascienza prese il sopravvento e l’atmosfera si fece lunare: comparirono una nuova consolle Lem simile a quella che allunò, teche con robot, nuove luci in pista e una nuova mega amplificazione, oltre a fumo e luci strobo in quantità. Dj Achille ideò, inoltre, una sigla ad effetto mixando musiche di Pink Floyd, The Alan Parsons Project, Kraftwerk e la registrazione reale dell’atterraggio sulla luna. Si aggiunse alla scenografia il mitico robot «Canibel», alias Muscolo-Alberto Robuschi, che usciva da una teca e si muoveva come un vero automa in mezzo alla gente tra fumo, luci stroboscopiche e musica ad alto volume, uniti alle urla di spavento e alla meraviglia dei presenti.
Per quasi cinque anni fu un vero successo: il locale era sempre pieno e i proprietari non vedevano l’ora di affiggere il «Tutto esaurito» per scolarsi una bottiglia di champagne. Ma nell’'85 ci fu un altro calo delle presenze e dal 1988 nacque il «Plexiglas», con dj Robi Magri. Seguì un periodo altalenante finché nel ‘90, la gestione decise di trasformare il locale in night club, ma dopo due anni chiuse definitivamente la struttura, che dopo qualche anno fu abbattuta. Al suo posto vennero costruiti appartamenti. Si chiuse così un periodo storico per i giovani della zona, molto legati a Sorbolo.
Ospiti illustri
Nei decenni di attività tantissimi cantanti sono stati ospiti al Gua-ran. Fra questi: Riccardo Cocciante, Lucio Dalla, i Matia Bazar, Angelo Branduardi, i Napoli Centrale, Francesco De Gregari, Fred Buongusto, Henghel Gualdi e Marcella Bella. Sono passati alla storia anche barman e camerieri: Mauro Mangi, Fausto Mori e Alberto Albertini.
Christian Marchi