Caro energia

Le bollette finiscono in vetrina

Anna Pinazzi

Le appenderanno davanti all’entrata, in bella vista. In modo che tutti, clienti compresi, possano rendersi conto di quanto i costi di gestione di un’attività siano diventati insostenibili. Sono le bollette, salatissime, del mese di luglio 2022, che vengono comparate a quelle dell’anno scorso: la differenza «è allarmante». In quel pezzo di carta ben esposto ci sarà tutto: la fatica di riuscire ad arrivare a coprire i costi di fine mese, i prezzi che aumentano, la scelta tra aumentare i prezzi dei prodotti o rinunciare alla qualità, la preoccupazione di riuscire o meno a pagare i dipendenti e tanto altro.

L’iniziativa si chiama «Bollette in vetrina» ed è promossa da Fipe (federazione italiana pubblici esercizi)-Ascom Confcommercio, sia a livello nazionale che locale. «Il caro energia sta mettendo a durissima prova tante attività: i costi nel giro di un anno sono praticamente triplicati – afferma Ugo Bertolotti, presidente Fipe Parma –. Abbiamo quindi deciso, anche a Parma, seppur con un giorno di ritardo per problemi di comunicazione, di aderire all’iniziativa “Bollette in vetrina”». L’obiettivo è quello di «informare i consumatori e più in generale i cittadini sulla situazione di difficoltà che le nostre imprese continuano a vivere dopo oltre due anni di misure restrittive dovute alla pandemia – specifica Bertolotti –, quindi di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti». Ai gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio verrà inviata una cornice da appendere nei propri locali con la bolletta in vista. Qualcuno anche a Parma ha già tutto pronto. Come Paola Cabassa della trattoria La porta a Viarolo e consigliera del terziario donna di Ascom: «Poco tempo fa, aperta la bolletta di luglio, mi sono detta: adesso la voglio esporre fuori dal locale perché tutti possano vedere la cifra – rivela –. Dopo qualche giorno, Fipe ci ha comunicato l’iniziativa e ho subito aderito». Il motivo è semplice: «Noi ristoratori è come se tentassimo di stare a galla con una piccola barca nel bel mezzo di una burrasca – prosegue –. Oltre a queste bollette triplicate, si aggiungono i costi delle materie prime che aumentano, ma i nostri prezzi non possono crescere più di tanto. A questo si aggiunge lo stipendio dei dipendenti e le spese di manutenzione». Le cifre di cui parla Cabassa sono davvero allarmanti: «Lo scorso mese abbiamo lavorato una quindicina di giorni, eppure la bolletta è aumentata notevolmente rispetto anche solo al mese di giugno – fa sapere –. Se guardo all’anno scorso il divario è incredibile: a giugno 2021 la bolletta era di 1038 euro, nel 2022 è di oltre 1800 euro. A luglio 2022 è arrivata la salassata: oltre 2600 euro». Le prospettive non sono certo buone, i ristoratori parlano di una vera e propria «emergenza». È «preoccupatissimo» anche Ivan Luccini, titolare della «pizzeria Tiratardi da Ivan»: «Non so come faremo andando avanti – afferma afflitto – questo mese la bolletta si riesce a pagare, ma per i prossimi? Contando anche che siamo in estate e la gente esce a mangiare, fa bel tempo, siamo in piena stagione. Ma in pieno inverno? Con il costo del riscaldamento arriveremo a prezzi ancora più irragionevoli: temo molto il futuro». Anche Luccini ha deciso di esporre fuori dal locale la bolletta: «Nel nostro piccolo cerchiamo di fare il possibile, quando ho saputo dell’iniziativa ho subito aderito – dice convinto –. Nel mio caso, c’è stato un aumento del 50%: dai circa 1000 euro del 2021 sono arrivato ad oltre 2100. In pratica – sottolinea – per rientrare nelle spese dovrei raddoppiare il costo di quasi tutti i miei prodotti, tanto che una pizza margherita da 5 euro arriverebbe a costarne 10, ma questo ovviamente non si può e non si deve fare». Quello delle «Bollette in vetrina» è un gesto apparentemente piccolo, che porta con sé, però, tutta la forte preoccupazione e il disagio (anche un po’ di rabbia) di un’intera categoria. La speranza è quella di «smuovere la situazione, che deve cambiare e di attirare l’attenzione del Governo – conclude Ugo Bertolotti, presidente Fipe Parma –. Le misure fin qui adottate dal Governo non sono sufficienti a riportare il costo entro livelli di sostenibilità: serve un aiuto più consistente, anche da parte delle Regioni e a livello provinciale, magari abbassando o eliminando certe imposte locali: è necessario uno sforzo collettivo affinchè la categoria possa tornare a respirare».

Anna Pinazzi