INTERVISTA

De Castro: «Nuove regole Ue per proteggere l'alimentare. Export da record»

Andrea Violi

Porta avanti l'iter per una riforma delle Indicazioni geografiche: spera entro fine 2023. Si impegna nelle istituzioni europee per una regolamentazione chiara sulle biotecnologie. E continua il suo impegno di lungo corso a favore del settore agroalimentare. L'europarlamentare Paolo De Castro (Pd) fa il punto sul cammino delle novità su cui si lavora fra Bruxelles e Strasburgo. Di tanti temi «caldi» parlerà mercoledì prossimo a Parma, al dibattito su globalizzazione e transizione ecologica a Cibus Tec Forum.

Tra inflazione, guerra e altri problemi di oggi, le «transizioni» sono in pericolo?

«Non parlerei di pericolo. L'invasione russa dell'Ucraina ha creato una maggiore sensibilità verso la sicurezza alimentare: per troppi anni abbiamo dato per scontato che basta andare al supermercato per trovare tutto ciò che ci serve. Non possiamo dipendere troppo dalle importazioni. Si pensi a cosa significa dipendere per oltre il 90% per l'importazione di soia dall'America Latina e in parte dagli Stati Uniti. Il tema che stiamo affrontando sull'energia è analogo nell'alimentare. Dobbiamo capire che l'Europa deve avere una catena di approvvigionamento più solida in quelle derrate che sono “di interesse nazionale”. Non dobbiamo mandare a monte la globalizzazione ma c'è la necessità di garantire flussi omogenei per tutti i principali prodotti agricoli e alimentari. L'Europa chiuderà il 2022 con cifre record. Per la prima volta arriveremo a superare i 200 miliardi di dollari di export nel settore agroalimentare e l'Italia si appresta a raggiungere un altro record: superare i 60 miliardi di euro. Sono cifre imponenti che dimostrano che l'agroalimentare è trainante a livello europeo. Sono necessarie politiche che aiutino il settore produttivo a superare le difficoltà. La transizione ecologica non va assolutamente dimenticata ma dobbiamo commisurare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale».

Nella transizione ci sono anche le nuove biotecnologie. Quali novità?

«Quando parliamo di transizione ecologica, dobbiamo capire che prima di parlare di target di riduzione di fitofarmaci e prodotti chimici, è importante avere un piano concreto di alternative agli agricoltori. Una delle risposte sono le biotecnologie sostenibili. Queste nuove tecniche aspettano una regolamentazione chiara a livello europeo che permetta la sperimentazione in campo, che ancora non si può fare, e un percorso autorizzativo che non li equipari agli Ogm, perché non hanno nulla a che fare: non si modifica il Dna ma semplicemente la conoscenza del genoma ci permette di attribuire un determinato carattere (la resistenza alla malattia, alla siccità, ecc.) intervenendo nel patrimonio genetico della pianta stessa. Sono in attesa di una riforma legislativa che attendiamo da tempo».

Lei è relatore della riforma sulle Indicazioni geografiche per la Commissione Agricoltura del Parlamento Ue. È importante anche per Parma...

«È cruciale. Le indicazioni geografiche rappresentano una fetta rilevante della nostra produzione e del nostro export. In Italia siamo vicini a 18 miliardi di fatturato, con una quota rilevante di export. Abbiamo numeri importanti, che a Parma prendono corpo con tante produzioni. Con questa riforma hanno la possibilità di essere più forti dal punto di vista dei Consorzi di tutela e dar loro più armi per essere garantiti nei mercati con un rafforzamento delle tutele. Il regolamento che stiamo portando avanti cercherà di rafforzare le tutele e rendere più chiari i comportamenti degli Stati. E ancora, rendere più semplice la modifica dei disciplinari: non possiamo aspettare anni. Vuole semplificare i tempi e dare tempi certi: ad esempio 5 mesi, massimo 8, per una risposta della Commissione».

Quali sono i prossimi passi?

«Abbiamo già presentato alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo il “working document” e lo presenteremo ufficialmente l'8 novembre. Nei prossimi giorni sarà presentata quindi la proposta del Parlamento in ComAgri, che sarà oggetto di emendamenti; arriveremo ai compromessi e in febbraio-marzo potremmo avere già il voto della commissione Agricoltura e subito dopo il voto della plenaria. A quel punto, augurandoci che il Consiglio sotto presidenza svedese possa mettere attenzione su questo importante regolamento, arrivare analogamente a una posizione del Consiglio per iniziare i triloghi tra la fine della presidenza svedese e l'inizio di quella spagnola, durante la quale contiamo di concludere completamente il percorso e arrivare all'accordo finale. E la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue entro il 2023».