Accoglienza
Aumenta l'assistenza ai rifugiati: 50 posti per chi fugge dall'Ucraina
La difficile congiuntura internazionale impegna l'Italia - e anche Parma - ad uno sforzo di accoglienza verso chi fugge dalla guerra in Ucraina o dal regime talebano in Afghanistan.
Così, dopo l'ampliamento di metà agosto del numero di rifugiati accolti nella nostra città, questa settimana due determinazioni comunali hanno ulteriormente aumentato i soggetti che potranno beneficiare dei progetti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) destinati a richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione internazionale.
Già ad agosto scorso la giunta aveva approvato all'unanimità la delibera che prevedeva la richiesta al ministero dell'Interno (nello specifico al Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo) per il rifinanziamento, per il triennio 2023-2025, dei progetti Sai. Il numero degli assistiti era passato da 120 (prevalentemente nordafricani) a 144, di cui 12 minori non accompagnati, soprattutto giovanissimi afghani scappati - dopo l'abbandono del Paese da parte dell'esercito americano - dal regime dei talebani.
Ora, grazie a fondi stanziati sempre dal ministero dell'Interno, la cifra viene aumentata di altre 50 unità, arrivando ad un totale di 194 soggetti.
L'impegno annuale di spesa per il 2022 passa quindi dal milione e 860 mila euro ai due milioni e 509 mila euro, considerando però che lo stanziamento per i nuovi 50 rifugiati si riferirà solo agli ultimi due mesi di quest'anno. «Nel caso in cui l'amministrazione si avvalga della facoltà di rinnovo per un ulteriore anno - è scritto nella determina comunale in riferimento all'affidamento in gestione dei servizi - l'importo contrattuale sarebbe di due milioni e 486 mila euro per effetto della natura continuativa e ripetitiva delle prestazioni».
Il documento comunale stabilisce che l'ampliamento di 50 posti è da destinarsi «prioritariamente a nuclei familiari, anche monoparentali, per fronteggiare la crescente esigenza di accoglienza, riscontrata sul territorio cittadino, da parte di persone ucraine».
«Si tratta di progetti di presa in carico individuale e non di mera sussistenza - aveva già spiegato in occasione del precedente ampliamento Ettore Brianti, assessore comunale alle politiche sociali, emergenza abitativa, welfare, povertà - Non forniamo solo cibo e alloggio, ma un percorso inclusivo che prevede alfabetizzazione e mediazione linguistica, formazione scolastica e professionale, tutela legale e assistenza socio-sanitaria, inserimento lavorativo». Coinvolti, oltre al Comune di Parma, anche quelli di Fidenza e Langhirano.
Molte e varie le realtà che fanno riferimento ai progetti: dalla Caritas diocesana alla comunità Betania, dal Ciac all'istituto del Buon Pastore, fino a varie cooperative.
m.t.