Intervista
Ferretti e Zamboni, storica reunion
Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni si ritroveranno sul palco del Cinema Astra, lunedì alle 21. Un evento andato sold-out dopo una sola settimana dall’uscita della notizia, tanto da far risultare febbrile l’attesa dei fans, i quali giungeranno da tutta la Penisola. A scanso di equivoci, non si tratterà di un concerto, bensì di un dialogo sulle loro incarnazioni musicali, dapprima con i Cccp e successivamente i C.S.I. L’incontro sarà moderato sul palco dal giornalista e amico del duo, Michele Rossi mentre in sala modererà Fabio Guenza, di Ambiente Cinema Uomo. Un evento inserito all’interno di «Curami», XVI edizione del Festival Il Rumore del Lutto. Li abbiamo incontrati.
Il vostro ritorno sul palco dopo tanti anni, è affidato ad un dialogo. Alla vigilia di questo incontro che sensazioni provate?
«In effetti, l’evento è clamoroso, è stato pensato e voluto in assoluta libertà - dice Massimo Zamboni - una libera scelta nel ritrovarsi e raccontarsi. Ritrovarsi sul palco di Roma a luglio (in occasione della presentazione de “Il Libretto Rozzo dei Cccp e Csi” - ed. Gog) è stato bellissimo, dice Giovanni; la simbiosi che ci univa un tempo l’abbiamo magicamente rinvenuta sin dal primo momento, azzerando come d’incanto tutti gli anni in cui siamo rimasti lontani. Proprio per questo, l’evento dell’Astra lo vivrò con gioia e serenità».
Ci piace pensare che da questo incontro possa scaturire una reunion, questa volta musicale. Sarà così?
«Continuo a pensare di non aver mai avuto una separazione vera e propria con Giovanni, se non a livello fisico. Detto ciò, In questo momento un futuro di questo tipo non esiste, semplicemente per il fatto che non lo sentiamo come un obbligo. Eravamo una cellula dormiente e serviva qualcosa per risvegliarla. Ora si tratta di capire come sarà il risveglio perché a volte una cellula si sveglia per morire immediatamente in pace. Non so cosa succederà nel prossimo futuro», conclude Ferretti».
E a proposito di certi temi, l’evento di Parma, dal titolo: «Siamo arrivati tardi o forse troppo presto» è inserito all’interno di una rassegna unica nel panorama nazionale; Il Rumore del Lutto. Raccontateci perché avete accettato di partecipare.
«Premetto che è praticamente impossibile coinvolgermi in qualunque progetto ma questa rassegna mi ha incuriosito, me ne ha parlato Massimo, dice Giovanni, e aggiunge, mi piacciono i progetti inusuali, scegliere la strada più difficile può regalare soddisfazioni. inoltre, ho scoperto che il tema di questa edizione era “Curami” (canzone manifesto dei Cccp). Mi è sembrato a quel punto naturale accettare l’invito». Zamboni invece racconta altro: «A questo Festival sono legato, avendoci partecipato in passato. Personalmente, a livello artistico dedico una larga parte del mio lavoro a questi temi; ho dedicato ad esempio uno spettacolo agli artisti scomparsi di Reggio Emilia. Il tema della morte è sempre ricorrente in ciò che faccio».
Che cosa dobbiamo aspettarci lunedi sera sul palco dell’Astra?
«Insieme a Michele ripercorreremo la nostra storia, sia quella dei Cccp (gruppo punk sorto negli anni 80) che quella dei C.S.I (band sorta sulle ceneri dei Cccp agli inizi dei successivi anni 90). Un momento ad alto impatto emotivo - affermano in coro - sono molti gli aneddoti inediti che sveleremo per la gioia dei nostri fans».