L'AUTOPSIA
Anziana vegliata dal figlio: nessun segno di violenza, ma si attendono gli esami tossicologici
Forse ha continuato per giorni a credere che la madre potesse riprendersi. A sentirne anche i sussurri, che invece erano solo in un angolo della sua testa, annichilita dal dolore e segnata dalla malattia. Un figlio di 57 anni che è rimasto in casa con la madre morta forse già da una settimana. Il tempo ce lo diranno con buona approssimazione gli approfondimenti scientifici. Ciò che invece hanno già rivelato i primi riscontri dell'autopsia, affidata al medico legale Darica Soprani, è che non ci sono segni di violenza o di traumi inferti, tanto è vero che potrà essere già dato il nulla osta per la sepoltura.
Tuttavia serviranno ulteriori approfondimenti per avere la certezza assoluta che si tratti di morte naturale: in particolare gli esami tossicologici potranno accertare se la donna, 79 anni, abbia assunto sostanze che avrebbero potuto provocare o accelerare la morte. E se così fosse, è chiaro che andrebbe ulteriormente analizzata la posizione del figlio: non necessariamente per ipotizzare un omicidio volontario, ma anche per valutare profili di colpa legati alla somministrazione di farmaci o sostanze.
Intanto, in attesa dei risultati degli esami tossicologici e poi della relazione conclusiva del medico legale (per la quale serviranno almeno 60 giorni), l'indagine, portata avanti dai carabinieri e coordinata dal pm Fabrizio Pensa, è centrata sulla situazione familiare. Su quel rapporto probabilmente simbiotico tra madre e figlio. Un figlio seguito dal Centro di salute mentale di Langhirano per il suo disagio, ma che - come hanno testimoniato i vicini - si occupava della spesa e si prendeva cura della mamma. Con l'adeguata assistenza, si cercherà anche di capire direttamente da lui cosa sia accaduto e come siano trascorsi gli ultimi giorni fino alla scoperta del corpo della madre.
Anche eventuali legami di parentela andranno sondati per cercare di capire le dinamiche di quella famiglia fatta di una madre e di un figlio che vivevano nell'appartamento di via IV Novembre. Il loro spazio di vita e solitudine, nonostante non mancasse il supporto degli assistenti sociali. Negli ultimi giorni nemmeno le imposte venivano aperte. E soprattutto nessuno aveva più visto lui, che invece ogni giorno usciva per fare le spese quotidiane per la casa. Finché l'allarme era partito. E lunedì scorso sono scattati i soccorsi. Era stato necessario forzare la porta della terrazza per entrare nell'appartamento, perché il figlio si ostinava a non aprire. Chiuso nel suo piccolo mondo che era andato in pezzi. A vegliare la mamma stesa sul letto.
Georgia Azzali