Scomparso
Eusebio Trombi, un gentiluomo ai vertici del mondo bancario
Una persona di un’innata signorilità e di una raffinata eleganza nel modo di porsi ed approcciarsi con il prossimo. E, poi, un grande humor di stile anglosassone in salsa parmigiana che lo rendeva molto simpatico.
Eusebio Trombi, figura nota e stimata del mondo bancario, è deceduto nei giorni scorsi all’età di 89 anni. Appartenente alla nota famiglia Trombi, era cugino di primo grado di Gino, figura di rilievo del mondo bancario nazionale per essere stato ai vertici di numerosi ed importanti istituti di credito, e di Ugo, indimenticato insegnante di lettere al Romagnosi e uomo di vastissima cultura.
Eusebio era nato a Langhirano, figlio di un impiegato comunale, Cesare, e di una casalinga, Dimma. La famiglia era originaria di Antesica sulle colline langhiranesi, terra alla quale fu sempre molto affezionato. Giovanissimo, giunse con la famiglia in città dove compì tutti gli studi diplomandosi all’Istituto Melloni per poi iscriversi alla facoltà di Economia e commercio del nostro Ateneo. Come primo impiego fu assunto al Banco di Roma, quindi al Credito Bergamasco, sempre ricoprendo livelli di vertice, per poi, nel 1988, fare ritorno nella sua amata città dove fu chiamato a dirigere la Cassa di Risparmio di Parma.
Una volta andato in quiescenza, Banca Italia lo chiamò a svolgere l’importantissimo e delicato ruolo di amministratore delegato del Banco di Sicilia a Palermo. Uomo di vasta e profondissima cultura, condivideva la passione per l’arte e la letteratura con la moglie Vanna Carosio (con la quale si era sposato ne 1961), insegnante, scomparsa 4 anni fa. Il suo tempo libero lo trascorreva nella sua monumentale biblioteca straripante di libri dove si immergeva per la sua sete di sapere e di conoscere. Ed era veramente un piacere incontralo dalle parti dello Stradone o di viale Solferino, dove risiedeva, e scambiare con lui le rituali quattro chiacchiere.
Dopo un colloquio con Eusebio Trombi ci si sentiva veramente appagati sul piano culturale in quanto, oltre ai grandi temi relativi alla letteratura ed alla classicità, amava molto parlare della storia di Parma ma, soprattutto, delle sue tradizioni popolari che conosceva alla perfezione in quanto apparteneva ad un’antica famiglia che, provenendo dalle nostre colline, era stata a contatto con quella civiltà rurale e contadina così pregna di valori e grandi sentimenti. Insignito nel 1998 dell’onorificenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica dal capo dello Stato, era grande tifoso del Parma e, finché la salute glielo ha consentito, era un fedelissimo della tribuna del Tardini. Un’altra città che, come la nostra portava nel cuore, era Ferrara dove svolse, per anni, la sua professione. Uomo di grande fede, era molto legato alla comunità del Sacro Cuore com’era molto legato ai figli Gianluca, dirigente di Intesa San Paolo a Milano, Andrea, dirigente di un’azienda nel settore cosmetico e Roberto, medico a Parma. Stravedeva per gli adorati nipoti: Giulia, Beatrice, Lorenzo e Filippo. Il rito funebre si svolgerà sabato alle 10.30 nella chiesa del Sacro Cuore in piazzale Volta.
Lorenzo Sartorio