Il clima che cambia
L'estate non vuole finire: sole ma anche insetti e pollini
L'anomalo autunno caldo? Bene per il portafogli (posticipata l'accensione dei radiatori), meno bene per zanzare, insetti e allergie.
Se, come spiega Lorenzo Ferri, tecnico del servizio Igiene e sanità pubblica dell'Ausl di Parma, il monitoraggio della zanzara tigre mostra livelli in linea
all'andamento regionale medio di riferimento (gli ultimi cinque anni), è però vero, aggiunge, che «la frequentazione degli spazi aperti ancora con un abbigliamento quasi estivo alza la percezione della maggior presenza delle zanzare, che in questo periodo dovrebbero essere un ricordo dell'estate».
Ormai da più di vent'anni, fanno notare all'Ausl, a zanzara tigre imperversa: attiva di giorno a differenza della zanzara comune, che predilige la notte, continua ancora a fine ottobre a infastidire all'aperto.
Alla zanzara tigre si aggiungono poi altre due specie, approdate in anni recenti in Italia: Aedes koreicus, conosciuta come zanzara coreana, nel Belpaese dal 2011, e Aedes japonicus o zanzara giapponese, che per la sua tolleranza al freddo è presente in diversi Paesi dell’Europa centrale ed è stata individuata in Italia dal 2015.
«Rispetto alla zanzara comune (Culex Pippiens), la zanzara tigre è vettore di malattie quali Chikungunya, Dengue e Zika virus - spiega Ferri - Le zanzare coreana e giapponese presentano una maggior resistenza al freddo che permette loro di colonizzare aree ad altitudini maggiori rispetto alla zanzara tigre e di essere attive già da marzo, in aree comprese tra i 400 e 1500 metri di altitudine».
Questo significa che potremmo ritrovarci a combattere con i morsi di zanzara fino a dicembre, se dovesse continuare questa stagione anomala.
Assieme alle zanzare, anche api, vespe e calabroni quest'anno godono di una vita prolungata.
«Le punture di imenotteri, che hanno richiesto l'intervento medico, sono aumentate quest'anno del 20-30% - dice Erminia Ridolo, direttrice della Scuola di specializzazione di Allergologia ed immunologia clinica dell'università di Parma - Il caldo impatta anche sulla stagione pollinica, perché la anticipa e causa maggiori concentrazioni di pollini».
Anche la Società italiana di allergologia, asma, e immunologia clinica (Siaaic) ha lanciato nei giorni scorsi, durante l'annuale congresso, l'allarme sulle fioriture fuori stagione: il cambiamento climatico porta ad un progressivo allungamento e aggravamento delle pollinosi, che oggi tendono ad abbracciare l'intero arco dei 12 mesi.
L'aumento delle temperature, spiegano gli allergologi, sta determinando la diffusione anche in autunno di pollini che concentrano la fioritura tra la primavera e l'estate, con un rilascio di carico pollinico sempre più abbondante.
A questo si aggiungono fioriture primaverili anticipate e pollinazioni invernali prolungate, come dimostra uno studio pubblicato su Nature Communications, secondo cui in pochi decenni la stagione critica per le allergie inizierà fino a quaranta giorni prima in primavera e si prolungherà di tre settimane in autunno.
«Moltissimi italiani rischiano di soffrire di allergie da pollini tutto l'anno, con sintomi peggiori e terapie protratte nel tempo», conclude Erminia Ridolo.
Il monito degli allergologi: se non sarà dato un taglio drastico alle emissioni di CO2, entro pochi decenni si registrerà un aumento del 200% nella quantità totale di pollini rilasciata dalle piante.