IL CASO
La legna è cara e scarseggia: in difficoltà anche i pizzaioli
«Fame» di legna per scaldare le case. Un ritorno al passato? Con i chiari di luna di questi mesi, per forza! E meno male che i più hanno ancora la possibilità di fare lo switch, tenendo spente le caldaie in favore della cara «vecchia» stufa.
Galeotte, si sa, sono le bollette monstre per luce e gas, o comunque la minaccia che ne arrivino di salatissime. Bollette con cui ora fa il paio il costo stellare del pellet: rispetto al 2021, infatti, è più che raddoppiato, passando da 5 euro circa a 12 euro (con punte di 16).
E ora? Ora c’è un’ulteriore novità: anche la richiesta di legna pare stia presentando un conto inaspettato. Pare infatti che scarseggi al punto da mettere in difficoltà persino le pizzerie che viaggiano con il forno a legna, obbligando alcuni gestori a non poter garantire la pizza fino a nuova fornitura. Possibile? Sì, perché, come spiegano gli operatori del settore, per la pizza l’essenza quasi di rigore è il faggio e deve essere stagionato e tagliato a pezzi di 60-70 cm.
Al prezzo crescente dei carichi (l’allarme era stato lanciato già a fine agosto, quando la Confesercenti aveva segnalato i primi rincari tra il 30 e il 40%), ora si aggiunge la grana delle forniture sempre più scarse.
La conferma arriva dagli operatori della pizzeria «Asterix» di Valmozzola, che infatti fanno sapere: «Per il momento, la legna si trova, ma sta aumentando il costo». È l’arcinoto gioco della domanda/offerta: più un prodotto è ricercato, e più è caro. «Il prezzo è salato – dice anche Carolina Casapullo, titolare delle pizzerie «Al Sorriso» a Medesano e a Fornovo -, tanto che siamo passati da 12 a 20 euro al quintale. Il problema però non è solo il costo, ma le scorte sempre più scarse o non disponibili per clienti scomodi perché lontani dalle zone di taglio o che non fanno parte del giro abituale. Fino all’anno scorso, ci venivano consegnate da un’impresa di Pontremoli e andava tutto bene finché quest’estate ha iniziato a giocare sul prezzo, per poi lasciarci a piedi. Stiamo cercando fornitori, ma è sempre più difficile perché la tendenza è quella di tornare al riscaldamento a legna, come mi ha confermato anche un amico che fa lo spazzacamino. Tanta è stata la paura di restare senza, inoltre, che in molti si sono fatti la scorta per due anni».
Soluzione? «Per ora, abbiamo tamponato con una fornitura in zona e un’altra che dovrebbe arrivarci da Borgotaro. Pagherò 20 euro al quintale senza però aumentare i prezzi delle nostre pizze, ma non so quanto potrò andare avanti così – dice Casapullo -. Se non cambia qualcosa, dovrò chiudere».
E pensare che nel parmense ancora va bene, se è vero che in questi giorni a Modena, ad esempio, la legna di faggio è stata venduta a 23 euro al quintale mettendo a segno, come dicono alcuni operatori, un aumento del 300%.