La protesta

«Serve più sicurezza lungo strada Argini»

Giuseppe Milano

«La nostra strada non ha marciapiedi, non ha illuminazione, non ha strisce pedonali» e, in più, è un'arteria «molto frequentata e, infine, le auto la percorrono come se fossero su un autodromo». Strada Argini, sia nel tratto cittadino che soprattutto lungo le diverse frazioni che attraversa sino alla Pedemontana, fa paura. Lo dicono i residenti, lo dicono coloro che ci abitano, lo dicono anche le centinaia di cicloamatori che la utilizzano, in particolare nei fine settimana. E lo ribadiscono, purtroppo, anche le statistiche dei sinistri. Strada Argini, scrive in una lettera la signora Luisa, è «teatro da anni di scontri, anche mortali».

A seguire, nella stessa email, le lunghe carenze: dall'assenza cartello che segnala le varie frazioni, come quella di Marano, «mancanza o, direi meglio, segnaletica inesistente per attraversamenti pedonale, mancanza di illuminazione e rilevatori di velocità».

«Gli abitanti di Marano - spiega anche la signora Luisa - si sono spesso resi protagonisti informando con e-mail e lettere la Polizia Municipale, il comune e gli assessori addetti. Si sperava, nel periodo delle elezioni, di sentire parlare qualche candidato di questa frazione ai piedi della città, ma nulla e sempre nulla». E la memoria va agli ultimi gravi incidenti di poco più di un anno fa quando la strada, all'altezza dell'incrocio della Palazzina, fu protagonista di due terribili scontri a distanza di poche ore e con, fra i feriti, un 44enne gravissimo. Allora i residenti, come ripetono anche oggi, avevano chiesto di «mettere un autovelox fisso. Perché chi deve uscire da strada Gruppini rischia ogni volta la vita».

Ma il problema non è ovviamente solo legato al tratto di strada che percorre l'abitato di Marano. Più vicino alla città un'altra lettera denuncia «la grave pericolosità delle fermate degli autobus - scrive Alberto Magnani - Solo una piccola piazzola e poi si deve camminare lungo la striscia che delimita la carreggiata. Non ci sono strisce pedonali e la visibilità in alcuni tratti è molto limitata». Poi il ricordo «dei vari incidenti lungo il tratto di Porporano. Quasi sempre dei frontali visto che qui le macchine troppo veloci spesso invadono la corsia opposta». Fu così nel dicembre del 2020, due feriti, nel marzo del 2019, nel settembre del 2018 ma, soprattutto, nel gennaio di quello stesso anno quando una Fiat Punto, dopo avere carambolato contro un'altra vettura, piombò sulla cancellata di una villetta abbattendola. «In quel tratto ci sono diverse abitazioni, una accanto all'altro - racconta un residente - Poteva essere una tragedia. I dossi? Non scherziamo, non servono a nulla. Servono più controlli, più multe per eccesso di velocità ed un sistema per mettere al sicuro i pedoni. I nostri figli quando ritornano la sera in inverno rischiano costantemente di essere investiti. Ora usano le luci del cellulare per essere visti da lontano, ma le auto vanno così veloci che spesso scartano in mezzo alla strada solo all'ultimo momento».

Giuseppe Milano