Noceto

Addio ad Antonella Aimi, morta a soli 42 anni

Riccardo Zinelli

Se n’è andata troppo presto Antonella Aimi. Brillante prima nello studio e poi sul lavoro, madre di due splendidi figli, il suo sorriso si è spento ad appena 42 anni, compiuti lo scorso 26 settembre.

«Abbiamo sempre abitato nei dintorni di Noceto - spiega il papà di Antonella, Ermes -. Quando Antonella è nata, abitavamo a Sanguinaro. Nel ‘94 ci siamo spostati a Gatto Gambarone, sempre nel territorio di Noceto, per esigenze legate alla mia azienda agricola. Mia figlia allora aveva 14 anni, e frequentava con profitto il liceo linguistico Marconi di Parma. In quegli anni, sulla corriera che la portava a scuola, ha conosciuto il suo futuro marito».

Il padre sottolinea la bravura di Antonella nello studio. «Si è diplomata con 100 centesimi al Marconi - prosegue Ermes Aimi -. Mia figlia è sempre stata molto intelligente e dotata nello studio. Infatti ha deciso di proseguire frequentando il corso di Marketing all’Università di Parma. Si è laureata a 23 anni, e, subito dopo, ha deciso di seguire un corso di specializzazione della Cisita. Conclusa la specializzazione, è stata assunta dalla Storci di Collecchio».

Come accaduto per gli ottimi risultati nello studio, anche sul lavoro Antonella si era fatta apprezzare e benvolere.

Nel suo ricordo, infatti, la Storci SpA scrive di Antonella che «sono molti gli anni che hai trascorso nella nostra azienda, con tanta dedizione, sempre attenta agli altri, in modo discreto. Il carattere mite ti ha permesso di essere benvoluta da tutti. Ci hai lasciato troppo presto. La Storci con i titolari, i colleghi che sono anche amici, sentiranno la tua mancanza».

Dal carattere mite e riservato, Antonella lascia due figli: un maschio e una femmina, che adorava.

«Dopo il matrimonio nel 2009, il primo figlio, il maschio, è nato nel 2013 - dice il padre di Antonella -. Purtroppo, nel 2016, quando era incinta della secondogenita, un incidente stradale le ha tolto suo marito. E, due anni dopo, ha iniziato a lottare contro quel brutto male che, alla fine, se l’è portata via».

Riccardo Zinelli