l'assessore Brianti
Via Cecchi, nuovo spazio per la solidarietà
Il calcolo è di circa duemila nuclei parmigiani che nei prossimi mesi potrebbero rischiare di andare in crisi alla prima emergenza: uno stipendio che viene a mancare o una sua riduzione, spese impreviste e urgenti da sostenere. Si tratta di quelli con Isee tra i 12 e i 15 mila euro o tra 20 e 23 mila quando sono compresi più di 5 figli, tutti oggi esclusi dai benefici economici. Oggi sì, ma da lunedì non più. Ad annunciarlo è l'assessore al Welfare Ettore Brianti: «Il 5 dicembre aprirà il bando del nuovo Bonus Famiglie. Abbiamo 680mila euro a disposizione e ad esaurimento. L'obbiettivo è far sì che chi è in una situazione molto fragile e senza supporto, non debba affacciarsi alle nuove povertà e analizzando il contesto, questa fascia era quella totalmente scoperta e più a rischio di dover fare scelte tra affitto, bollette o spese per i figli».
Il bonus ha un valore di 200 euro per i nuclei da un solo componente, 300 euro da 2 a 3, 450 euro per 4 o 5 persone e 550 oltre i 5 membri. Non è però sommabile al bonus teleriscaldamento. Per facilitare la presentazione delle domande, che prevede la sola modalità online, i Punti di comunità offriranno un supporto tecnologico.
La nuova misura è la prima applicazione della modifica, avvenuta durante l'ultima seduta del Consiglio comunale, al regolamento per i sostegni economici a famiglie e persone. Prevede che in situazioni emergenziali la giunta possa emanare provvedimenti in via eccezionale. Modifica recepita proprio ieri mattina e subito seguita dalla delibera proposta dall'Assessorato al Welfare, già passata in commissione consiliare.
E a proposito di emergenza, ci sono novità anche nelle misure rivolte ai senzatetto per affrontare il freddo dell'inverno ormai arrivato. «Si tratta di una task force che ci vede in campo con l'Ausl e il volontariato per un pronto intervento rivolto alle persone che dormono all'aperto - spiega Brianti -. Grazie ad una équipe allargata e solida nelle competenze e grazie alle segnalazioni dell'Unità di strada, delle forze dell'ordine o dei cittadini, potremo proporre una presa in carico integrata». Cosa significa? Che si parte dal «classico», dai dormitori maschili e femminili e dai pasti caldi ma si continua poi con «un percorso sanitario e di monitoraggio della salute per le patologie croniche, coinvolgendo Ausl e ospedale». Non solo: «Oltre a cercare di aggiungere altri 20 posti letto - sottolinea l'assessore -, stiamo definendo la possibilità di garantire a queste persone un riparo non solo per la notte, ma anche la possibilità di accedere a luoghi di aggregazione durante il giorno, a dormitori chiusi».
L'offerta di tetto e di supporto vale anche per chi sta perfezionando lo status di rifugiato e non può accedere subito ai servizi. «Da poco sono arrivati, attraverso la rotta balcanica, una ventina di migranti, in particolare pakistani, e si pensa anche a loro». C'è in ballo il camper che insieme ad Assistenza Pubblica e medici e infermieri volontari «andrà a intercettare i bisogni sanitari lì dove sono: nei quartieri e in zone che conosciamo, per poi attivare ospedale e assistenti sociali e vedere se ci può essere una vera presa in carico».
Il tema forte, la sfida, resta - per Brianti - quella di «promuovere un vero ritorno di queste persone in società. Servono tempi lunghi, ma così si può invertire la tendenza del puro assistenzialismo». Lo si farà ad esempio con il progetto «First housing»: provare ad abituare, anche affiancando educatori, a tornare a una vera casa e da lì ad un tessuto sociale. Fondi Pnrr, così come per il recupero di uno stabile in via Cecchi dove, oltre a dormire, assistenza sanitaria, mensa e vestiario, ci sarà la «stazione di posta»: un luogo da cui inviare una lettera o una email e dove essere contattati. Per ricominciare a lasciare tracce di sè.
Chiara Cacciani