TRIBUNALE

Materiali edili con tracce d'amianto lasciati su un terreno: impresario edile condannato

«Sono residui di materiale edile: ho chiesto io di lasciarli qui per fare il sottofondo di un piazzale che devo far realizzare», aveva detto ai carabinieri forestali. Ma la giustificazione non ha retto, o comunque non è bastata per evitare la denuncia. Quello, infatti, nella zona di San Quirico di Trecasali, non era un deposito temporaneo, secondo l'accusa, inoltre si trattava di circa 300 metri cubi di rifiuti contenenti anche parti in amianto. La posizione del proprietario del terreno agricolo è stata stralciata, mentre il titolare dell'impresa edile - 65enne, residente a Torrile - è stato condannato dal giudice Nicola Giusteschi Conti (pm Antonella Destefano) a 4 mesi d'arresto e 1.800 euro di ammenda. Per un altro impresario edile, anche lui coinvolto nel trasporto e deposito dei rifiuti, si era già proceduto separatamente.

Il controllo dei carabinieri era scattato nell'aprile del 2019: quel materiale che continuava ad accumularsi non poteva passare inosservato. Era chiaro che si trattava di rifiuti edili, ma bisognava accertare da dove provenissero e chi li avesse depositati in quell'area. Ed era stato lo stesso proprietario del terreno chiarire il «mistero», dicendo di essere stato lui chiedere che fossero trasportati lì. Aveva anche aggiunto che il trasporto e lo scarico dei materiali sul terreno era andato avanti per oltre due mesi. E, d'altra parte, osservando l'area, era abbastanza evidente che ci fossero stati più trasporti, perché c'erano 25 cumuli distinti di rifiuti.

Insomma, secondo l'accusa, quei materiali non erano un «deposito temporaneo, consentito dalla legge: in particolare, i rifiuti non erano stati prodotti in quel luogo, ma erano stati successivamente scaricati lì. Inoltre, così come prevede la norma, non erano stati suddivisi in categorie omogenee.

Anche gli stessi titolari delle imprese edili avevano poi confermato di aver caricato i materiali in vari cantieri e di averli scaricati. «Abbiamo solo fatto un favore al proprietario che ce lo aveva chiesto», avevano spiegato ai carabinieri. Peccato, però, che così abbiano violato la legge.

G.Az.