OLTRETORRENTE
Corale Verdi, apre il bistrot per le «chiacchiere e la piccola cucina»
Mancava ancora un tassello al ritorno al gran completo della Corale Verdi. Ed era la riapertura del bar, o posto di ristoro che dir si voglia. Una riapertura che è arrivata proprio in questi giorni come un gradito regalo di Natale, con tanto di fiocco sul pacco, per i soci di uno dei sodalizi più illustri e titolati della nostra città e che da più di 100 anni affonda le sue radici in quell'Oltretorrente che l'ha vista nascere e prosperare e in cui ancor oggi affonda orgogliosamente le proprie radici. In sintesi, una Corale che celebra e ricorda il suo glorioso passato in una chiave "2.0" che resterà ancorata alla sua anima più profonda.
Il ritorno alle origini
E il "nuovo" posto di ristoro della Corale, un bistrot che non a caso ha all'ingresso lo slogan "chiacchiere e piccola cucina", vuole rappresentare un ritorno alle origini dell'associazione, come spiega la presidente Enrica Valla, che dal 2019 guida la Corale e in questi anni, contraddistinti anche dal Covid, ha puntigliosamente fatto ripartire l'attività e restaurato prima la pergola esterna e ora anche i classici spazi interni del piano terra, rinnovati, ma non stravolti: «L'obiettivo che ci siamo posti da subito, assieme alla vicepresidente Ombretta Sarassi Binacchi e agli altri consiglieri, era di far ritornare la Corale un luogo accogliente per i suoi soci. E per questo i locali del bar e del posto di ristoro sono stati ripensati in funzione di un un utilizzo "leggero", ma soprattutto con accesso riservato in via prioritaria a loro e comunque consentito soltanto a chi avrà la tessera dell'associazione affiliata all'Arci "Amici della Corale Verdi", che potrà essere sottoscritta presso la nostra sede».
Mario Marini gestore
Per gestire questi spazi all'insegna del richiamo alla tradizione parmigiana con un tocco di creatività e di alta qualità, la presidente ha chiamato lo chef Mario Marini, che negli ultimi anni ha gestito con grande successo il suo agriturismo "Sotto il cielo di Strela" e che in questa occasione ritorna nella "sua" Pianura Padana (Marini è originario di Sorbolo ndr) per gestire un luogo "cult" della parmigianità. «Mi sono subito trovato in piena sintonia con la presidente Valla - spiega Marini - sul significato da dare a questo luogo che non vuole, nè deve essere per regolamento, diventare un ristorante, ma invece un punto nel quale ci si può anche fermare in tranquillità per bere un buon bicchiere di vino e magari leggere la "Gazzetta" di carta, che sarà una presenza fissa ogni giorno». Marini spiega che la sistemazione «della storica sala di ritrovo, che era la vecchia stalla, è stata fatta nel massimo rispetto, con le colonne che sono state "nascoste" con pannelli di legno sui quali sono messi degli spartiti di musiche verdiane. Ovviamente qui si potrà anche mangiare buoni piatti della tradizione, ma l'idea è che tutto sia fatto in modo "soft".
Il ritorno delle esibizioni
La presidente sottolinea che «oltre alla necessaria messa a norma di tutta l'impiantistica, che ha richiesto un impegno economico non indifferente, abbiamo anche restaurato e mantenuto il palco in legno con il pianoforte originale e recuperato banconi originali per il bar e per gli scaffali. Vogliamo che questa sala torni a ospitare eventi culturali e musicali e che sia un'alternativa allo spazio al primo piano dedicato a Romano Gandolfi. La riapertura del bar avviene nell'ottica di tornare a fare anche degli spazi interni della Corale, come è già avvenuto per la Pergola, un riferimento della cultura musicale, e non solo, della città».
Una sfida ambiziosa, resa possibile «dal sostegno di importanti realtà economiche della città che voglio ringraziare. Ma per noi - conclude Enrica Valla - questa riapertura vuole essere non un punto di arrivo, ma di partenza. E per i prossimi mesi abbiamo già tante iniziative e attività in calendario». La Corale Verdi, insomma, torna a far battere il proprio cuore parmigiano: e la città ritrova uno dei suoi punti di riferimento più popolari e importanti nel segno di una tradizione capace di innovarsi.
Gian Luca Zurlini