Premiato il suo corto
Marcheselli, «Oltre la Panchina» c'è la vittoria
Una coppia, tre momenti: ragazzini negli anni '50, adulti nel 1990, anziani oggi. Lo sguardo all'orizzonte e la certezza di essere Luna e Sole, antitesi e complemento. Differenti: eppure uniti nello stesso abbraccio. Accanto l'uno all'altra: anzi, insieme. Seduti davanti all'infinto: eppure, già «Oltre la Panchina». Così come si intitola il nuovo cortometraggio di Fabrizio Marcheselli, regista e giornalista parmigiano, che grazie a questo suo ultimo lavoro ha vinto il premio per il «miglior soggetto» all'Hiiff, l'Heart International Italian Film Festival.
Un breve film di poco più di 4 minuti - girato nei mesi scorsi a Votigno di Canossa - che Marcheselli ha scritto, diretto e montato, avvalendosi della collaborazione di quattro amici parmigiani, interpreti non professionisti: i ragazzi Francesca Casaretti e Giovanni Ficai e gli adulti Michela Allodi e Alberto Casaretti. Anche la musica originale è di un parmigiano «doc», che l'ha appositamente composta e suonata dal vivo: SwinKing Fool, al secolo Filippo Bianchi.
Un progetto, «Oltre la Panchina», dove la storia di Chiara e Bruno, Luna e Sole, è scandita dalle voci di Vilma Giorgini e Alvaro Evangelisti, che ha una carezza speciale, proprio sui titoli di testa: il cortometraggio è infatti dedicato a Rita Guidi, la prof e giornalista (a lungo collaboratrice della Gazzetta di Parma), scomparsa nel febbraio dello scorso anno.
«All'inizio del 2022 mi era venuta un'idea per un nuovo corto, però un po' nebulosa, non ben formata, al punto - racconta Marcheselli - che non l'avevo nemmeno abbozzata. Poi, la mattina del 18 febbraio, ho scoperto una notizia terribile che mi ha profondamente sconvolto: la morte di Rita, un'amica che stimavo e apprezzavo, una donna intelligente, ironica, seria, onesta, colta, educata, gentile, dolce, elegante, simpatica, una di quelle persone che andrebbero clonate e portate come esempio per migliorare la nostra decadente società. Ogni volta che nell'arco di tre decenni l'avevo sentita, soprattutto via email, o incontrata - di rado, purtroppo -, un sorriso spontaneo di felicità era affiorato sul mio volto, a prescindere dallo stato d'animo precedente, dalle contingenze e dal contenuto dei nostri discorsi. Una rarità al giorno d'oggi».
«Il dolore provato il 18 febbraio - continua il regista - è stato lancinante, devastante, difficilissimo da metabolizzare, anche perché non ero al corrente della sua malattia. Non riuscivo a darmi pace: così d'improvviso ho preso carta e penna e di getto è uscita tutta la sceneggiatura di "Oltre la Panchina". Non credo sia un caso che il premio dell'Hiiff sia proprio per il soggetto, quindi per chi me lo ha ispirato e per certi versi dettato».
Prodotto autarchico e low budget, il corto testimonia la grande sensibilità del suo autore che, da amatore del cinema (come si definisce), si è occupato di ogni dettaglio della realizzazione, cercando a lungo il luogo giusto per le riprese, ossia quella panchina con vista sull'infinito: «Ho scandagliato per vari giorni le nostre colline - spiega Marcheselli - finché non mi sono ricordato di una panchina di Votigno che mi aveva incantato anni prima».
Detto e fatto. Girato il suo piccolo film però Marcheselli è andato decisamente «Oltre la Panchina»: trasformando il video di messaggio per ringraziare l'Hiiff del premio che gli è stato assegnato in un'autoironica e giocosa chicca. Un altro corto (stavolta di un minuto) dove si sdoppia e mette in scena la sua instancabile vena surreale.
fil.m.