Massese
Una veglia per non dimenticare Martina, Joseph e Renat
I ceri accesi, i palloncini, i fiori ai piedi e accanto a quei tre pali, uno per ognuna delle tre vite spezzate quella sera.
Erano tanti, raccolti in un silenzio rotto solo dai singhiozzi e dal passaggio incessante delle auto, le amiche e gli amici che ieri sera hanno voluti ricordare Josef Venturini, Renat Tonu e Martina Karakach, ad un anno esatto dall’incidente in cui hanno perso la vita.
Un momento di ricordo per un dolore che non ha fine.
Per i famigliari, ma anche per i giovani e le giovani che hanno perso i loro amici, con cui condividevano la scuola e i momenti liberi, che ancora faticano ad accettare la loro scomparsa.
Si sono ritrovati in quell’incrocio, tra la Massese e strada della Badia, dove il tempo il 15 gennaio 2022 si è fermato.
Molti indossavano il giubbotto giallo di «Massese per la vita», in un’ideale unione con il gruppo che da anni si batte per la sicurezza della strada.
I lampeggianti delle auto dei vigili dell’Unione montana, sul posto per garantire la sicurezza dei tanti giunti alla veglia, hanno illuminato i volti carichi di dolore.
Attorniati dagli abbracci, Andrea, il papà di Martina, la nonna, Gina Lupo, la mamma di Renat e la sorella Carolina.
«Lo amiamo tantissimo e il dolore che ci ha lasciato è incolmabile – racconta tra i singhiozzi -. Era il fratello perfetto, non potevo chiedere di meglio. Lo zio migliore per mia figlia che lui amava alla follia. Il tempo si è fermato a quella sera».
In una continua processione, le amiche e le amiche depongono fiori, palloncini, piccoli ceri. Toccano il terreno, come se fosse un luogo sacro.
Poche le parole che si sentono nell’aria, molti i silenzi carichi di sofferenza. Quando scoccano le 19, l’ora in cui è avvenuto l’incidente, tutti i partecipanti, si sono presi per mano per formare un grande cerchio illuminato dalle luci dei cellulari, in quel campo dove è finita la macchina dopo il terribile schianto.
In silenzio, ognuno con i propri pensieri, hanno ricordato i loro amici. Poi silenzio si è poi trasformato in un lungo applauso, con lo sguardo rivolto verso cielo, pensando a Martina, Joseph e Renat.
Maria Chiara Pezzani