APPROPRIAZIONE INDEBITA

La «cresta» sui condomini: amministratore condannato a 1 anno e 8 mesi

Georgia Azzali

Aveva chiesto aiuto a un collega per gestire i conti di due condomini che amministrava. Qualche problema di salute l'aveva convinto a farsi dare una mano per due palazzi in città: «Il Giglio» di via Vincenzo Sante e il «Bruno Longhi» nell'omonima strada. Ma dopo un anno e mezzo il collega che lo aveva affiancato era stato nominato nuovo amministratore dei due immobili e, proprio passando in rassegna la contabilità dell'anno 2019, aveva scoperto qualcosa che non tornava: prelievi anomali dai conti di entrambi condomini, oltre a una trattenuta superiore rispetto al compenso che gli sarebbe spettato. Risultato: 4.667 euro fuoriusciti senza alcuna apparente giustificazione, al netto dei compensi effettivamente dovuti che l'amministratore aveva prelevato. E così era scattata la denuncia per appropriazione indebita. Che ora ha portato alla condanna dell'amministratore - 80enne, parmigiano - a 1 anno e 8 mesi, oltre al pagamento di 1.000 euro di multa. Il gup gli ha concesso la sospensione della pena e la non menzione sul certificato penale (per questo non ne pubblichiamo il nome). L'anziano amministratore dovrà anche versare 1.873 euro di risarcimento danni al condominio «Bruno Longhi» che aveva deciso di costituirsi parte civile.

Una vita ad amministrare condomini, anche quando aveva già raggiunto da tempo la soglia della pensione. Eppure, aveva continuato a restare sul campo, tanto è vero che aveva cominciato a gestire quei due condomini quando aveva abbondantemente superato i 70. Nel momento in cui aveva chiesto la collaborazione del collega erano già passati quattro-cinque anni da quando era stato nominato amministratore del «Giglio» e del «Bruno Longhi». E in quel lungo periodo non erano emerse anomalie, o perlomeno nessuno si era accorto di qualche stranezza di cui dubitare.

C'era voluto l'occhio attento dell'esperto in materia per far venire alla luce le irregolarità. Era stato il suo successore, subentrato all'inizio del 2020, a far emergere quei movimenti sospetti sui conti nel 2019. Si era ritrovato tra le mani una documentazione contabile incompleta, per altro ottenuta dopo vari solleciti, aveva sottolineato poi nella denuncia. Tuttavia, controllando quanto era riuscito ad avere, aveva notato, in particolare, alcuni prelievi per un totale di 3.370 euro dai conti del condominio «Giglio» senza ricevute fiscali che li giustificassero. Per quanto riguarda, invece, il «Bruno Longhi», il nuovo amministratore aveva verificato altri prelievi anomali per complessivi 1.150 euro, oltre a una maggiorazione di compenso che il suo predecessore si era auto-attribuito: 1.940 euro, ossia 723 in più rispetto a quello che gli sarebbe spettato. In totale, quindi, considerando anche i 576 euro a cui aveva diritto per la gestione del «Giglio», è di 4.667 euro, secondo il giudice, la somma che avrebbe drenato indebitamente dai conti.

La «cresta» di un anno. Per i due condomini amministrati in città.