INCHIESTA

Quei distributori «a secco» dove fiorisce il degrado

Gian Luca Zurlini

Fino ad alcuni anni fa erano aree frequentate per 24 ore al giorno. Oggi, invece, sono brutture della città in attesa di una risistemazione o destinazione ad altri usi che tarda troppo ad arrivare. Parliamo dei tanti distributori dismessi della nostra città, che un tempo era costellata di pompe di benzina. Uno dopo l'altro, i vecchi distributori stanno chiudendo i battenti. Ma al loro posto ci sono «terre di nessuno» dovute a una burocrazia sempre più complicata.

Tempi troppo lunghi per le riqualificazioni
I tempi della riqualificazione delle aree diventano così quasi biblici. E' delle settimane scorse la scelta di destinare a parcheggio pubblico l'area di un ex distributore in via Zarotto donata al Comune dalla proprietà. Ma il problema è che era stato chiuso quasi 20 anni fa e questa è la tempistica media per il riutilizzo e il recupero degli ex distributori. Basti pensare alle due aree di servizio ex Agip sulla tangenziale Nord, chiuse più di 15 anni fa perché non a norma con le distanze dagli svincoli di uscita e ancora adesso in abbandono. Ma ancora in attesa c'è l'ex Ip di via Emilia Est, mentre in via Fleming ci sono ancora i ruderi dei casotti, così come in via Emilio Lepido, mentre in via Torelli è ancora recintata l'area all'altezza dell'incrocio con via Anna Frank, così come è ancora senza identità la superficie a fianco del semaforo di piazzale Allende. Tutte «ferite» non rimarginate che attendono un intervento che ancora non è arrivato e rappresentano un problema per il decoro della città e sul quale si dovrebbe intervenire.

Gian Luca Zurlini