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Il fenomeno «piante aliene» lungo il Po: minacce da Giappone e Nord America

Paolo Panni

Si moltiplicano le piante invasive «straniere» lungo le rive del Grande fiume. Notizia di questi giorni la proliferazione anche del «poligono del Giappone». Dopo l’allarme lanciato da Anbi sulla presenza in Toscana, lungo l’Arno, del cosiddetto «poligono del Giappone», ovvero la reynoutria japonica, una tipologia di vegetazione infestante e altamente invasiva, a seguito di un monitoraggio di Aipo, è arrivata la conferma che la pianta si trova ormai in maniera diffusa lungo tutto il bacino idrografico del fiume Po. Si tratta di una specie dannosa che rende anche meno stabili le sponde fluviali minacciandone, alla lunga, il consolidamento ed è anche molto difficile da estirpare: accade, infatti, che gli sfalci debbano essere sospesi perché, anziché risolvere la criticità, rischiano di propagare ulteriormente la presenza di questa pianta nelle aree limitrofe.

Ma il «poligono del Giappone» non è l’unica varietà «aliena» ad aver ormai infestato le zone del Po. In questi ultimi mesi gli spiaggioni si sono presentati coperti da curiosi e pittoreschi cespugli. Si tratta della cycloloma atriplicifolium, pianta nativa del Nord America da dove, come si legge anche sul portale biodiversità.lombardia.it è stata introdotta accidentalmente come infestante in Sudamerica e in Europa.

È infine dilagante, nelle golene del Grande fiume, il Sicyos angulatus, meglio noto come zucchina americana, zucca matta o zucca spinosa, una pianta annuale importata dal Nord America circa due secoli fa come specie ornamentale, utilizzata anche per realizzare pergolati. La fioritura avviene dalla seconda metà dell’estate all’inizio dell’autunno. Si rinviene sempre più frequentemente a margine delle strade, nei campi e nelle prossimità degli stagni, ma soprattutto lungo le rive dei laghi e dei fiumi poiché i semi sfruttano l’acqua come mezzo di dispersione. Per la straordinaria rapidità di crescita, che in estate può raggiungere due metri in tre settimane, è considerata una specie esotica invasiva da monitorare e contenere.

I lunghi steli si intrecciano come liane invadendo tutto, dal prato fino alle cime degli alberi formando dense ed estese coperture che impediscono il passaggio della luce e lo sviluppo della vegetazione sottostante. È sempre più presente nelle golene del fiume Po e, per quanto dia vita a paesaggi pittoreschi, rappresenta un problema importante. Va infatti a invadere ed a colonizzare la superficie del terreno sostituendosi alle altre specie del sottobosco e avviluppandosi ai fusti degli alberi realizzando una competizione con l’albero stesso, minacciandone quindi l’esistenza.

La colonizzazione totale del suolo impedisce la fruizione alla fauna selvatica e i frutti, ricoperti da setole spinose in grado di trapassare i normali guanti da giardinaggio, rappresentano un ulteriore pericolo per i piccoli mammiferi. Gli alberi si piegano lentamente e muoiono nell’arco di 2-3 annate vegetative, ma anche gli alberi adulti se non disinfestati manualmente nei modi e tempi adeguati vanno incontro a sofferenza anche grave con aumentato rischio di crollo, particolarmente importante nelle aree fruite dalle persone.

Paolo Panni