Tragedia
Strage di Gaida, perizia per stabilire se Lame è imputabile
Era lui a guidare, e dei cinque a bordo della Fiat Stilo fu l'unico a sopravvivere nell'incidente di Gaida che distrusse due famiglie, la sua e quella della giovane che l'aveva reso padre. Forse Orjol Lame non si è nemmeno ancora reso conto di essere vivo e neppure immagina che invece la moglie Shane Hyseni, 22 anni, e il figlioletto Mattias, 16 mesi, e i giovanissimi cognati Resat, 11 anni, e Resjana, 9, non ci sono più, uccisi sul colpo nello schianto contro un casolare a Gaida, mentre stavano rientrando a Calaltone: un impatto terribile, a folle velocità, lungo il rettilineo della via Emilia, appena oltre il ciglio della corsia di marcia della Stilo. Lame non è più in Rianimazione al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia: da qualche giorno è stato trasferito a Correggio, in un centro di lungodegenza. Non rischierebbe più la morte, ma non è detto che possa tornare a vivere: è in coma, e potrebbe restarci per chissà quanto.
Ora, su richiesta del pm reggiano Marco Marano, il gip Andrea Rat ha deciso che il 32enne albanese sia sottoposto a perizia, per capire se sia imputabile, anche in un futuro più o meno prossimo. Spetterà al medico legale Moreno Lusetti stabilire se Lame, indagato per omicidio stradale plurimo e di svariate aggravanti, tra le quali la guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, possa affrontare un processo. Tutto dipenderà dalla gravità dei danni neurologici riscontrati sul 32enne, che rischia di rimanere in stato vegetativo per il resto dei suoi giorni. Entro tre mesi si attende il deposito della perizia.
Intanto, in questi giorni si dovrebbe conoscere l'esito di un'altra indagine, affidata all'ingegner Stefano Redaelli, per ricostruire con esattezza la dinamica dell'incidente, mentre il geometra Cristiano Iacovone ha il compito di estrarre la copia forense dello smartphone di Lane: tra i sospetti c'è anche quello che l'indagato lo stesse usando al momento della tragedia.
Più volte condannato per spaccio di droga, Lame non avrebbe dovuto trovarsi in Italia, da dove era stato espulso. Dopo il ricovero, è stato trovato positivo sia all'alcol che alla cocaina. Ma lo si è stabilito attraverso le analisi del sangue e questo potrebbe rendere più difficile stabilire con esattezza se avesse assunto l'uno o l'altra (o entrambi) proprio quella sera. Del tutto fuori regola pare fosse anche la Stilo. Non assicurata né revisionata, l'auto non sarebbe nemmeno stata sua, ma intestata a un uomo indagato per traffico illegale di veicoli. Un vero groviglio legale, per la famiglia della moglie che potrebbe costituirsi parte civile in un eventuale processo e avanzare una richiesta danni. I genitori di Shane seguono l'evolversi del caso dall'Albania, dove sono rientrati dopo aver perso nell'istante più terribile da immaginare tre dei loro quattro figli (il secondogenito, 18enne, studia da chef in Francia) e un nipotino. «Qui - aveva detto alla Gazzetta all'indomani dell'incidente - abbiamo perso tutto. Non abbiamo più niente».