Videomaker parmigiani

Meneghini e Casalone, un corto premiato a Los Angeles

Fabrizio Piscopo

Federico Meneghini e Ludovico Casalone sono due giovani parmigiani, direttori della fotografia e videomaker, classe ’92 & ’91, attivi sul territorio con numerosi progetti realizzati insieme ad aziende e agenzie di città e provincia.

Mossi da una grande passione per il cinema, dopo aver realizzato numerosi cortometraggi in Italia, hanno portato negli Stati Uniti una loro produzione in collaborazione con l’attore e regista torinese Giulio Maria Cavallini: «Ratavoloira» (dal dialetto torinese, «pipistrello»). Un film, di cui hanno curato fotografia e montaggio, che ha vinto il premio come «Miglior cortometraggio fantasy» dell’anno all’Indie Short Fest di Los Angeles: dove i due parmigiani e Cavallini sono stati gli unici italiani selezionati tra più di 4000 progetti e 70 finalisti.

Di cosa parla «Ratavoloira?»
«Del nuovo eroe di Torino, interpretato da Giulio Maria Cavallini, che parla in dialetto e tenta di sconfiggere un nuovo supercattivo, chiamato Lo Squalo, interpretato da Michele di Mauro (ora in onda su Sky con la serie «Call My Agent Italia», ndr) che sta cercando di creare panico in città attraverso un lavaggio del cervello di massa dei cittadini. Nel cast ci sono anche Olivia Manescalchi, Riccardo Livermore, Alessio Del Mastro e Orlando Perera».

Perché il torinese?
«Originariamente il progetto era stato selezionato e co-prodotto da Piemonte Factory, un progetto a cura di Associazione Piemonte Movie, e l’idea era quella di valorizzare il territorio piemontese attraverso l’utilizzo dei suoi capoluoghi come set principale».

Come siete arrivati fino a Los Angeles?
«Dopo un primo debutto al Torino Film Festival 2021 è cominciata la distribuzione verso numerosi festival internazionali, e il corto ha iniziato a riscuotere un notevole successo, soprattutto oltreoceano».

Quali premi internazionali avete vinto prima del prestigioso annuale Indie Short Fest?
«Miglior Action Film al New York international Film Awards ad aprile 2022, Migliore Fotografia all’Indie Short Fest di Los Angeles nel maggio 2022 e Miglior Action Film al Los Angeles Film Awards nello stesso mese».

Che soddisfazione dà vincere nella categoria più importante dell’Indie Short Fest?
«L’idea di costruire un cortometraggio con la propria forza e passione, ispirato a un filone di film tipicamente americano, non può che generare una grande soddisfazione, soprattutto nel vederlo premiato proprio nel posto dove nasce questo di tipo di cinema, ovvero a Hollywood».

È stato emozionante?
«Non possiamo negare che l’emozione abbia prevalso, permettendoci di realizzare l’accaduto solo una volta scesi dal palco, dopo aver ricevuto il premio».

Vi aspettavate questo riconoscimento?
Siamo andati a Los Angeles mossi dalla sola soddisfazione di vedere il nostro progetto proiettato sul grande schermo, ma non ci aspettavamo di venire premiati. Non possiamo negare che sia stata una bella sorpresa vederlo premiato tra i migliori dell’anno soprattutto considerando che i progetti in concorso erano tutti di alto livello».

Quali sono i vostri punti di forza?
«Passione e dedizione ci hanno permesso di realizzare un cortometraggio ispirato ad uno dei nostri generi preferiti, il thriller-action con un pizzico di comicità. Ci siamo ingegnati per realizzarlo con un budget ridotto mantenendo però alto il valore produttivo e la direzione artistica».

Questo festival è una meta o un approdo?
«La speranza è che sia un approdo. Questo corto, anche grazie anche a quest’ultimo premio, ha raggiunto un elevato livello di onorificenze internazionali e ci servirà da spinta per i prossimi progetti, anche nella speranza di realizzare un lungometraggio a partire dallo stesso soggetto».

Quale consiglio date a chi vuole iniziare a cimentarsi in questo settore?
«Se credi fermamente in qualcosa, arriverai ad ottenerla senza dimenticarsi che è una strada in salita e piena di sacrifici: da una parte non bisogna mai arrendersi, dall’altra è necessario mettersi in discussione per potersi migliorare e crescere di volta in volta».

Il contesto di Parma, città in cui vivete e lavorate, in che modo ha contribuito alla vostra crescita?
«Questo è un progetto che si basa sull’esperienza di quasi di 10 anni di lavoro insieme: molte cose le abbiamo imparate anche grazie alle sfide che abbiamo affrontato per la realizzazione di diverse produzioni per le aziende e agenzie del territorio, a cui rimaniamo comunque legati per un rapporto di stima e di continuità.

Fabrizio Piscopo