I DATI DEL SERT
Generazione «baby alcol», è scesa a dieci anni l'età del primo bicchiere
Ormai si parla di generazione «baby alcol». Se infatti il primo contatto con alcol, fino a poco tempo fa, avveniva a 13-14 anni, adesso siamo scesi a 10-11 anni.
Sono dati allarmanti quelli emersi ieri pomeriggio in Municipio durante la seduta congiunta delle commissioni consiliari «Scuola, giovani, sicurezza e partecipazione» e «Welfare, politiche abitative e lavoro». I lavori erano incentrati sulle «Possibili azioni per la prevenzione e cura delle problematiche legate all’uso di sostanze alcoliche nei giovani».
Alla riunione è intervenuto come relatore Giuseppe Fertonani Affini, neurobiologo e psichiatra del Sert. «Si tratta di dati estremamente preoccupanti - ha affermato Fertonani Affini, illustrando i dati relativi all'uso di alcol - Nel 2022 inoltre è avvenuto il sorpasso delle ragazze sui ragazzi: oggi le femmine bevono di più dei maschi».
A Parma e Provincia (i dati riguardano le dipendenze patologiche) i pazienti in carico sono 406 (anno 2021). La vera sfida è intercettare le forme iniziali di alcolismo. «I nostri servizi accolgono in modo diretto e volontario le persone - ha spiegato Fertonani Affini - si accede senza prenotazione e si collabora con tante altre aree per dare una risposta globale ai bisogni di chi bussa alla nostra porta».
In Italia ci sono 38 milioni di persone che hanno un contatto con l'alcol, di questi, un milione ha una problematica di dipendenza. «Attualmente vengono intercettati dai servizi 65mila alcolisti - ha precisato il relatore -. Si intercetta quindi solo la punta dell'iceberg; la sfida più importante è riuscire a ampliare questa platea, soprattutto tra i più giovani».
L'alcolismo è una patologia che se non curata, ha un andamento progressivo e ricorrente, che porta a recidive. «L'uso dell'alcol altera il funzionamento cognitivo e provoca danni irreversibili - ha ricordato lo stesso relatore -. Ha una azione neurotossica e si tratta di una sostanza cancerogena. Il rischio zero quindi, si ha soltanto a consumo zero». Esiste inoltre una predisposizione genetica, ma molto dipende dall'ambiente che ci circonda, che determina una vulnerabilità.
L'alcol attenua le emozioni negative e riduce l'isolamento sociale. Per i giovani però, questo non basta. «Molti ricercano lo sballo - ha spiegato Fertonani Affini -; l'effetto combinato tra alcol e nuove droghe per vivere esperienze molto forti, crea disturbi ed effetti psichiatrici molto importanti».
Le strategie di prevenzione sono molteplici. Da un lato serve un approccio globale, integrato e continuativo. Dall'altro, bisogna declinare il rapporto tra libertà e responsabilità.
Tanti gli interventi degli assessori e consiglieri presenti. Ettore Brianti, assessore alle Politiche sociali, ha spiegato che la seduta della commissione si innesta in una serie di iniziative e progetti legati al benessere giovanile e alla prevenzione.
Francesco De Vanna, assessore alla Sicurezza e Legalità, ha precisato che «il Comune ha vinto un finanziamento legato a un bando regionale, per un progetto che prevede anche 30mila euro destinati al potenziamento dei presidi sociali e sanitari che consentono di intercettare sul territorio le situazioni di «pre-disagio» che riguardano giovani e giovanissimi». A questo si aggiunge anche il progetto curato dalla Polizia Locale che prevede incontri nelle scuole per approfondire la questione, in dialogo con famiglie e docenti.
Maria Federica Ubaldi (Civiltà Parmigiana) ha posto l'accento sull'importanza di intervenire con iniziative a scuola. Caterina Bonetti, assessore ai Servizi Educativi, ha illustrato i molteplici progetti messi finora in campo.