Via Casello Poldi
«La nostra strada dimenticata e pericolosa»: la protesta dei residenti
Per i primi 250 metri è tutto perfetto: l'asfalto sembra un tavolo da biliardo, ci sono i lampioni, la segnaletica spicca pitturata di fresco e una purpurea pista ciclabile corre al lato della carreggiata.
Poi, di colpo, cambia tutto: la strada si stringe, il fondo diventa quello di un tratturo, l'illuminazione non esiste cosi come i marciapiedi. Ma la cosa più stravagante è la pista ciclabile: scompare. E sprofonda nel fosso.
Se chiedete ai parmigiani dove si trovi via Casello Poldi forse riceverete risposte vaghe. Eppure questa strada tra via Rastelli e via delle Esposizioni, non lontano dal casello dell'A1, pur non essendo una via di grande scorrimento è uno degli esempi più sconcertanti di schizofrenia viabilistica in città. Oltre che per i residenti, che non sono neppure pochi, una situazione inaccettabile.
«E' così, non ha alcun senso - racconta uno degli abitanti. - Sono stati fatti interventi nel primo tratto che l'hanno resa più sicura, finalmente ben percorribile. Poi, inspiegabilmente, il resto della strada è stato abbandonato. E diventa pericolosa».
Si, perché lo stradello è largo praticamente come una macchina di grosse dimensioni e chi si trovi a doverla percorrere a piedi rischia di essere urtato.
Se ci si aggiunge che è buia e fiancheggiata da un fosso ci vuole poco a capire perché chi abita in zona da tempo chieda interventi. «Abbiamo provato a sensibilizzare il Comune ma senza avere risposta - proseguono gli abitanti che raccontano di una difficile quotidianità. - Ci sono ragazzi che rientrano da scuola e che devono camminare sulla strada: durante l'inverno, quando il buio scende presto è decisamente pericoloso».
Così come senz'altro non sicura è quella ciclabile che si interrompe di colpo con un muretto di cemento. E finisce nel fossato. «Lo stesso in cui sguazzano le nutrie - proseguono gli abitanti che devono fare i conti anche con un altro problema: la maleducazione di alcuni. Lo rivelano i cartelli volenterosamente piazzati ad intervalli regolari che ricordano di non buttare immondizie e rifiuti dalle auto in corsa. A vedere quello che spicca ogni tanto sul bordo della carreggiata è chiaro che non tutti rispettano il divieto.
«La nostra speranza è che l'Amministrazione si renda conto di questa situazione e intervenga sistemando anche il resto della strada come fatto per il primo tratto», è l'auspicio.
La prima parte, quella rinnovata, è lunga 250 metri. La secondo, quella dimenticata poco meno di 700. Hanno lo stesso nome e sono lo stesso nastro di asfalto. Ma sembrano arrivare da due città diverse.