Aveva 90 anni
Addio alla dolce magliaia del centro Giulia Donelli, regina della «Bottega della lana»
Lascia un grande ricordo Giulietta Giuffredi Donelli. La dolce magliaia del centro, per tutti Giulia, è scomparsa all'età di 90 anni. Nella sua «Bottega della Lana» sono passate madri e figlie per comprare il gomitolo e per imparare a «sferruzzare». Una maestra che in giovane età e in tempi assai difficili era riuscita a trasformare una passione in qualcosa di più di un mestiere. Perché quell'amore per la lana e per il cotone era sempre riuscita a trasmetterlo a più generazioni e non solo a donne. Una maestra della maglia e dell'accoglienza.
Nata a Vigolo Marchese nel piacentino, era arrivata a Parma da ragazza. Con la famiglia gestiva un magazzino di frutta e verdura in Ghiaia, dove aveva conosciuto il futuro marito Renato Donelli, dal quale aveva avuto un figlio Gianni, e una figlia, Rossana, morta in un incidente stradale. E anche se il primo pensiero era sempre il nipote Nicolò, rimasto orfano di mamma, Giulia non mancava mai in negozio: prima dietro al bancone di frutta e verdura in via Gramsci, poi in via Repubblica, quindi l'apertura della sua stimata bottega di gomitoli: «La sua bottega, prima in via Repubblica e poi in via XX Settembre, era diventata una scuola di maglieria e ricamo, un punto di ritrovo per chiunque volesse imparare l’arte della maglia - la nipote Nella ricorda così la zia Giulia -. Aveva capito che quella era una preziosa terapia contro la depressione, un aiuto per superare i momenti duri della vita. Lo sapeva bene, perché lei stessa la utilizzava quotidianamente per sopportare la perdita prematura di sua figlia. Aveva scoperto la knitting therapy». Quando, superati gli 80 anni, volevano chiudere la sua bottega, lei con fermezza diceva: «Se il Papa, il nostro Presidente della Repubblica, quello degli Stati Uniti di America e tanti altri uomini che governano le sorti del mondo, sono vecchi quasi come me, io sarò capace di mandare avanti la mia piccola bottega di lana?». Amava l’arte, la musica, la pittura. «Aveva mani d’oro, era capace di trasformare anche le cose più semplici e comuni, in oggetti originali ma sempre utili - continua la nipote Nella -. Ha fatto per una vita con competenza e passione maglie, maglioni, cappelli, sciarpe, abiti, mantelle per clienti giovani e vecchie. Aveva un debole per i bambini ai quali confezionava completi per ogni stagione. Ha cucito, sferruzzato, rammendato, ricamato, ha trasformato capi vecchi facendoli diventare moderni e belli. Ha sempre usato e venduto i materiali più sani e naturali, attenta a ridurre lo spreco perché anche un semplice filo avrebbe potuto essere utilizzato per abbellire o completare un altro capo. Usava soprattutto i materiali di una volta, quelli che fanno bene alla salute e sono i più belli: lana, cotone e seta. Se ne è andata circondata dalla sua lana, con un lavoro ancora avviato sui suoi ferri, e la testa piena di progetti e modelli ormai un po' confusi».
Mara Varoli