Anniversario
Il Collecchio baseball ha compiuto 50 anni
«Siamo partiti da un prato. Adesso abbiamo due squadre nei massimi campionati di baseball e softball, un’intensa attività giovanile, un impianto di cui andiamo fieri. Da quel lontano febbraio del 1973 abbiamo percorso tanta strada e siamo grati a tutti coloro che ci hanno accompagnati, soprattutto all’Amministrazione comunale di Collecchio che non ci ha mai fatto mancare il suo appoggio». Nelle parole di Carlo Levati, presidente del Collecchio fino allo scorso autunno, sono racchiusi cinquanta anni di storia e l’orgoglio per i risultati raggiunti.
La lettera a Notari
«Nacque tutto da una lettera scritta ad Aldo Notari – ricorda Evaristo Dallaturca, uno dei primi giocatori e poi apprezzato dirigente -. Don Alfredo Bianchi ci accompagnava ogni tanto a Parma per assistere alle partite della Bernazzoli e davanti alla nostra volontà di dar vita ad una squadra anche a Collecchio suggerì di rivolgerci direttamente a quello che sarebbe diventato il presidente della federazione mondiale. Notari ricevette la nostra lettera, parlò con Giannino Zinelli, collecchiese doc e allora suo collega all’Enel, e gli disse che bisognava dar vita ad una nuova società».
Detto e fatto. A Notari non si poteva dire di no e il 15 febbraio 1973 venne redatto l’atto di costituzione del Collecchio baseball. «Presidente Gianni Zinelli, segretario Alessandro Romanini, consiglieri Gianfranco Ferrari, Walter Bandini, Paolo Mora, Roberto Lambruschi, Alfredo Bianchi ed io – spiega Claudio Pessina, storico tecnico e dirigente del Collecchio -. Le riunioni si svolgevano a casa mia, le partite si giocavano sui campi di calcio attrezzati per l’occasione con il materiale, basi e pedana di lancio, che custodivo gelosamente in macchina». Tempi memorabili e quasi eroici. «Mancava il tessuto per le divise delle squadre – prosegue Pessina -. Rimediammo con una rimanenza messa a disposizione da un amico. Marrone. La prima squadra giocava in serie D con una divisa marrone, la giovanile con una casacca marrone e i pantaloni rossi. Gli stilisti sarebbero inorriditi». Però il baseball collecchiese si sviluppò con grande rapidità rendendo necessaria la costruzione di un campo da gioco.
'78, ecco il campo
L’amministrazione comunale assegnò alla società l’area sulla quale oggi sorge l’intero impianto e nel 1975 iniziarono i lavori per la costruzione del diamante di Via Montessori. L’inaugurazione avvenne nel 1978 con la disputa di due partite dei campionati mondiali che videro protagonisti il Canada, il Belgio e gli inarrivabili maestri cubani.Nel 1980 si aprì la strada anche al softball.
«A quell’epoca nei paesi non esistevano squadre femminili – afferma Dallaturca -. Erano altri tempi: molti erano contrari alla creazione di una squadra di softball ma si arrivò ad una mediazione dopo aver stabilito che l’allenatrice fosse una donna. L’onore di guidare la prima formazione del Collecchio softball toccò a Stefania Gerboni».
Curioso il modo nel quale fu effettuato il reclutamento delle atlete. «Studiammo un volantino che venne distribuito nei saloni delle parrucchiere di Collecchio – ride Dallaturca -. Rappresentavano i social media di allora e l’iniziativa ebbe successo: al primo raduno si presentarono più di venti ragazze».
'82, Allievi campioni
Nel frattempo il Collecchio andava affermandosi come una delle più belle realtà del baseball giovanile nazionale. Campioni d’Italia nel 1980 nella categoria Preallievi in una finale giocata proprio a Collecchio contro il Nettuno, campioni nazionali nel 1982 nella categoria Allievi, ancora vincitori del titolo italiano nel 1987 nella categoria Ragazzi.Un crescendo rossiniano che ha portato fino ai giorni nostri.
'92, Lono e Salazar show
«La squadra più forte? - chiede Giorgio Acerbi, prima giocatore ed ora General Manager della società -. Probabilmente quella del 1992 che dominò la serie A2 con giocatori del calibro di Lono e Salazar, protagonista in Major League per quattro anni. Quel gruppo raggiunse la promozione in serie A1 e le semifinali dei playoff dove riuscì a impensierire il fortissimo Rimini prima di arrendersi a una sfortunata serie di infortuni. Il momento tecnico più importante rimane probabilmente la partecipazione alla Coppa delle Coppe, conclusa a Grosseto con un onorevole quarto posto».
Particolarmente importante anche l’impulso offerto allo sport giovanile. «Nel 2023 ripartiremo con il Torneo Bruni, il più longevo d’Italia – promette Carlo Levati -. Abbiamo giocato la prima edizione nel 1977 e lo abbiamo sospeso negli ultimi anni a causa della pandemia mondiale. Siamo orgogliosi anche dell’accordo raggiunto con la federazione europea per l’organizzazione del torneo intitolato a Massimo Romeo, un campionato continentale a livello Ragazze al quale prendono parte più di 20 rappresentative nazionali».
Il baseball collecchiese porta con grande signorilità i suoi 50 anni. A Fabrizio Boschi che ha recentemente raccolto il testimone da Carlo Levati tocca il compito di proseguire sulla strada percorsa fino ad oggi: con questi collaboratori e con l’aiuto dell’amministrazione comunale il suo lavoro potrà rivelarsi molto più semplice e piacevole del previsto.
Gianluigi Calestani