Seirs Croce Gialla

Spedite in Turchia case prefabbricate e culle per neonati

A distanza ravvicinata dall’ultima missione in Ucraina (la nona in undici mesi), di nuovo una partenza per il Seirs Croce gialla verso un altro fronte del dolore. Troppo complicato raggiungere di persona le zone terremotate in Turchia, mentre il tempo stringe per chi ha perso tutto. Così, in accordo con il consolato turco a Milano e con l’ambasciata di Ankara a Roma, ieri sono stati caricati su un aereo i dieci shelter e le venti culle neonatali portatili destinati ai luoghi devastati dal sisma.

Un’operazione resa possibile ancora una volta grazie all’impegno dei volontari che hanno la sede nell’ex centro stampa della «Gazzetta», in via Mantova. Al loro fianco giovedì, a condividere le operazioni di carico di parte degli aiuti su un furgone messo a disposizione dal Coordinamento provinciale, anche i volontari della Protezione civile. Oltre a questo veicolo, per l’aeroporto della Malpensa sono partiti un autocarro e un pulmino del Seirs. Gli shelter sono stati donati da Fondazione Ikea grazie all’interessamento di Ikea Parma. «Di sei metri per tre, rappresentano una soluzione temporanea per chi è rimasto senza casa o per ospitare ambulatori o altre piccole strutture molto più sofisticata delle classiche tende» sottolinea Luigi Iannaccone. Innanzitutto per la loro semplicità: basta un'apposita chiave presente nell'imballaggio, per installarli. Poi per la solidità, ma ancora di più per il materiale specifico, studiato e approvato per le catastrofi umanitarie, con il quale sono realizzati.

«Un materiale in grado di isolare molto bene dal freddo di questi giorni e dal caldo dei prossimi mesi. Della sua validità e della sua resistenza – prosegue il presidente del Seirs Croce gialla - abbiamo una prova sotto i nostri occhi: lo shelter montato due anni fa nel cortile della sede della Protezione civile è ancora nelle condizioni del primo giorno». Non solo. Questi piccoli rifugi, sole permettendo garantiscono anche un minimo d’autonomia energetica grazie ai pannelli fotovoltaici sui loro tetti. Oltre alla speranza, consentono di accendere una luce all’interno e ricaricare gli smartphone, per rompere l’isolamento.

Con gli shelter, come si è detto, partono anche venti culle portatili neonatali. Uguali a quelle inviate anche in Ucraina, a loro volta sono resistenti oltre che maneggevoli e facili da montare. Questa donazione è resa possibile grazie alla Fondazione Munus, al mobilificio Woodly di Lesignano Bagni e alla Fondazione Azimut. Oltre al Seirs, sempre in prima linea sul fronte delle catastrofi umanitarie oltre che di quelle in cui l’uomo è nei panni della vittima e anche del carnefice.