LETTERE AL DIRETTORE
Il Conservatorio e la strada della legge
Egregio direttore,
sulla «Gazzetta» del 2 marzo è apparsa la lettera del prof. Andrea Sammartino, docente del Conservatorio, nella quale tra l’altro si legge che «uno sparuto gruppo di avvocati…punta i propri cannoni dell’arroganza» contro l’Istituto.
Fermo restando che, nell’attuale contingenza internazionale, certe metafore appaiono fuori luogo, replichiamo attenendoci, come sempre, ai fatti.
Dopo innumerevoli telefonate e decine di Pec, puntualmente cadute nel vuoto, ci siamo limitati a rivolgerci agli enti pubblici preposti alla tutela delle norme di settore.
Questi hanno avviato un lungo e articolato procedimento, svoltosi nella massima trasparenza e con l’immediato coinvolgimento del Conservatorio, il quale ha potuto presentare le proprie osservazioni e documentazioni, a tal fine chiedendo, e ottenendo, anche una proroga dei termini originariamente fissati.
Sulla base della situazione riscontrata all’esito del procedimento, il Comune ha emesso il provvedimento ritenuto necessario, che il Conservatorio, com’era suo diritto, ha poi impugnato davanti al Tar.
La nostra arroganza consisterebbe quindi nell’avere seguito la strada che la legge stabilisce per chiunque ritenga violati i propri diritti: modalità di comportamento che sta alla base della società civile.
Rita Gennari
Maria Carla Guasti
Enrico De Risio
Parma, 3 marzo