Salute
Streptococco: è epidemia fra i bimbi. Già 77 casi in due mesi
Un solo caso tra gennaio e febbraio del 2022, 77 nei primi due mesi di quest’anno. Anche a Parma i numeri sono lì, a dimostrarlo: l’epidemia di streptococco tra bambini e bambine è in pieno svolgimento. «Ma più che l’aumento dei casi, se oggi c’è qualcosa che ci mette in difficoltà è la corsa immotivata ai tamponi e agli antibiotici: rischiano di non esserci per chi ne ha bisogno». A dirlo è Sergio Capobianco, coordinatore dell’Unità pediatrica di Cure primarie del Distretto di Parma.
Partiamo dal suo «niente allarmismi»: «Gli aumenti dei numeri sono ciclici. E’ vero che il dato degli ultimi due mesi è corposo anche rispetto agli anni pre-Covid, ma si parla del 20-30% in più, non di numeri triplicati. E c’è una doppia spiegazione che si lega al periodo della pandemia e alla natura».
Cita mascherine e distanziamento sociale come strumenti della mancata diffusione del batterio, a cui si contrappone però oggi – l’altra faccia della stessa medaglia – l’effetto di una altrettanto mancata immunità naturale. «I molti casi che vediamo riguardano soprattutto la fascia di età che va dalla scuola materna fino alla primaria. Ossia quei bambini e quelle bambine – sottolinea - che proprio per il lockdown, la riduzione della socialità coi pari età e la presenza di mascherine non sono entrati a contatto col virus permettendo agli anticorpi di attivarsi. La natura deve però fare il suo lavoro, e ora che siamo tornati a una frequenza normale di relazioni, non fa sconti».
Il passaggio successivo a cui tiene Capobianco è: «Non fare tamponi alla cieca, e lo stesso vale per la somministrazione di antibiotici». A maggior ragione in tempi in cui la scarsità di materie prime e di difficoltà nei rifornimenti colpiscono anche il campo farmaceutico. In questo senso raddoppia anche il valore della regola - comunque e sempre - «aurea»: intervenire solo sui sintomatici, «senza “testare” l’intera classe o i fratelli e le sorelle. Tanto più che per chi non ha manifestazioni della malattia non c’è necessità di cura, nemmeno nel caso di positività rilevata dal tampone: senza sintomi, abbiamo a che fare con portatori sani».
Quali le manifestazioni di fronte alle quali attivarsi, dunque? Intanto, non un «banale» mal di gola. «La faringo-tonsillite acuta tipica di questo streptococco provoca un dolore tale da non riuscire a deglutire. Spesso, si associa alla febbre e all'ingrossamento delle ghiandole linfatiche sotto il collo. Più raramente dà vomito o cefalea – spiega il pediatra -. E se a quel punto arriva anche la conferma del tampone rapido, allora la cura sono gli antibiotici. Quello di prima scelta ha come principio attivo l’amoxicillina, e in effetti in questo periodo non è così semplice trovarlo: bisogna girare parecchio».
Riassumendo: «L'epidemia c’è ma non è né la peste, né il Covid – conferma Capobianco -. Imbottire inutilmente di antibiotico i bambini e le bambine non è un bene. Inoltre, in un periodo di scarsa disponibilità, si rischia di costringere chi ne ha veramente bisogno a virare sull’amoxicillina con acido clavulanico, a un costo triplicato. E per quanto riguarda il tampone rapido, nei casi senza sintomi è solo un gran fastidio per chi lo subisce».