L'assessore regionale Donini
«Sanità pubblica sempre più povera»
Prima il Covid, che ha drenato impegno e risorse, poi la stangata sulle bollette. Il conto per l'Emilia Romagna (e per tutta la sanità pubblica) è stato salato, quasi un miliardo di euro: 500 per il 2021, 400 per il 2022, più le spese energetiche ancora non rimborsate dallo Stato.
«Sono in sofferenza tutte le Regioni, ma lo sono di più quelle, come la nostra, che hanno un sistema sanitario con una forte capacità attrattiva da altre regioni e che dispongono, ad esempio, di 130 Case della salute sulle 500 di tutta Italia» dice l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, intervenuto ieri all'ospedale Maggiore all'inaugurazione delle nuove sale angiografiche e all'intitolazione al medico Federico Buzzi della Terapia intensiva pediatrica.
Il problema del sotto-finanziamento della sanità pubblica «non origina da questo Governo - premette Donini - Ma siamo delusi dalla mancanza di risposte. Due settimane fa, con i governatori Massimiliano Fedriga e Michele Emiliano per la conferenza delle Regioni e una delegazione bipartisan guidata da me per la commissione nazionale Salute che comprendeva anche Piemonte, Veneto, Umbria e Campania, abbiamo incontrato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Abbiamo avanzato la richiesta di cinque miliardi di rimborsi: 3,8 per coprire i costi della pandemia, 1,4 per i rincari delle bollette dell’energia. Abbiamo anche proposto provvedimenti legislativi che scorporino le spese per il Covid e l'energia dal computo delle spese di disavanzo, o un piano di ammortamenti, sollecitando un tavolo. Finora nessuna risposta».
Secondo le proiezioni elaborate dai tecnici dell’Emilia-Romagna, il finanziamento del sistema sanitario nazionale rischia di scendere al 6% del Pil, meno di quelli che si spendevano pre Covid e molto meno dei fondi messi a disposizione dai principali paesi europei.
Non solo, incalza Donini: «La Commissione salute della Conferenza delle Regioni, che io coordino, è stata invitata in audizione al Senato a parlare di sistema assicurativo privato integrativo per la sanità e di assicurazioni».
Per Donini è a rischio il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione. L'Emilia Romagna, ricorda l'assessore, è la regione più attrattiva d'Italia per i trattamenti sanitari e, assieme a Lombardia e Veneto, totalizza il 70% di coloro che vanno fuori dalla loro regione di origine per curarsi.
La riprova? «Nel 2019, prima del Covid, le liste di attesa per le prestazioni specialistiche, diagnostiche e per gli interventi era a livelli ottimali. Il Covid ha fatto rinviare 70 mila interventi. Eppure nel 2020 il nostro sistema sanitario regionale è stato il primo per rispondenza ai Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr) e con un indice di performance quasi come il 2019. Come è stato possibile? Perché gli italiani sono rimasti chiusi in casa e non abbiamo avuto mobilità da altre regioni», dice l'assessore.
«Se crolla un sistema così forte e che fa scuola - continua Donini - è impoverito tutto il sistema sanitario nazionale. Invece mi sembra che la lezione del Covid non sia stata metabolizzata», conclude Donini.
Monica Tiezzi