INTERVISTA

Nuova legge sugli stadi, «Un'opportunità unica per il nuovo Tardini». Parla l'avvocato Marco Monaco, esperto in materia

Luca Molinari

Il tema stadio si fa sempre più caldo. Nei giorni scorsi la «Gazzetta» ha pubblicato un'ampia intervista a più voci sul percorso che porterà alla realizzazione del nuovo Tardini. I prossimi passi sono la discussione in consiglio comunale -lunedì 3 aprile - della petizione dei cittadini e il voto della mozione delle forze di maggioranza che pone dei paletti sul progetto. A ruota il voto in giunta sulla pubblica utilità. Uno degli argomenti al centro del dibattito è la durata della cessione del diritto di superficie sull'area stadio da parte del Comune al Parma Calcio. Abbiamo intervistato l'avvocato Marco Monaco, socio dello studio legale Advant Nctm e uno dei consulenti legali del Parma Calcio, che di recente ha tenuto un convegno a Milano in qualità di esperto, sulla nuova legge sugli stadi promosso assieme alla Lega Serie B.

Cosa prevede la nuova legge sugli stadi?

La normativa è entrata in vigore lo scorso primo gennaio e agevola le società sportive semplificando i procedimenti per realizzare i nuovi stadi. Si tratta di una svolta importante perché c'è una accelerazione delle procedure e la definizione di tempi certi. Una particolare attenzione viene rivolta al possibile affidamento diretto dell'impianto sportivo alla società che già lo utilizza.

Che ruolo riveste la cessione del diritto di superficie?

La nuova legge consente la cessione a titolo gratuito, a favore della società sportiva, del diritto di superficie (sull'area stadio ndr) fino a 99 anni, per patrimonializzare la società sportiva, ossia per contribuire al suo consolidamento patrimoniale a fronte del valore dell'intervento. Si tratta di una novità assoluta introdotta dal legislatore per favorire lo sviluppo delle società sportive e semplificare l'iter che porta alla realizzazione dello stadio.

Perché una durata massima così lunga?

La durata è fino a 99 anni per consentire alla società sportive di ottenere una «bancabilità» maggiore del progetto. Un diritto di superficie di lunga durata garantisce alla società di avere un patrimonio solido e di poter ottenere finanziamenti maggiori da parte delle banche. Se il diritto di superficie fosse ceduto per soli dieci anni la bancabilità sarebbe minima e l'intervento non si potrebbe realizzare. Questo tipo di operazioni non sono l'eccezione ma, soprattutto con la nuova legge, diventeranno la norma. Esistono già esempi di operazioni di questo genere andate felicemente in porto: penso al nuovo stadio della Juventus o a quello di Udine, dove il diritto di superficie ceduto alla società è di 99 anni. A Bergamo invece il Comune ha scelto di vendere l'area dello stadio all'Atalanta.

Nel prossimo consiglio comunale verrà discussa una mozione in cui si chiede una «consistente e sostanziale riduzione della durata della concessione». É un'operazione fattibile?

La proposta di durata della concessione, ossia la gestione del bene in intesa con il Comune, non è detto che debba essere la stessa del diritto di superficie, ossia il diritto reale sul bene. Non c'è obbligo di coincidenza. Trovo singolare comunque che a Parma ci sia un clima «non positivo» sul nuovo stadio, nonostante non sia stato chiesto un euro di denaro pubblico. A Firenze e Venezia, ad esempio, si chiede che i fondi del Pnrr previsti per gli stadi vengano utilizzati per altre misure, invitando le società a coprire i costi per pagare gli interventi, proprio come sta proponendo il Parma Calcio.

Quindi l'obiettivo della legge è la costruzione di stadi a costo zero per i cittadini e le casse dello Stato?

Esattamente. Nel caso di Parma, si tratta di un intervento interamente a carico del privato. Grazie alla nuova legge infatti, la società sportiva può permettersi di realizzare anche un intervento da cento milioni di euro come quello di Parma senza chiedere un euro al pubblico. Oggi molti stadi sono ancora, di fatto, in carico alle Amministrazioni comunali. che continuano a pagare oneri di manutenzione e ristrutturazione a spese della collettività. Negli ultimi decenni lo stadio è sempre stato affidato in concessione dal comune, ma senza investimenti forti dei privati. Ora, con questa legge, le società sono messe nelle condizioni di migliorare la qualità della struttura a beneficio dei tifosi e, più in generale, dell'immagine della città.

Chi abita nella zona stadio avrebbe benefici dal nuovo impianto?

Quando si realizza un nuovo stadio c'è la possibilità di riqualificare un intero quartiere cittadino. Ad esempio, lo stadio di Berna ospita sul proprio tetto la comunità energetica più importante del Cantone, che fornisce l'energia a gran parte della città.

Parma, con un nuovo stadio a cosa potrebbe ambire?

L'Italia sta concorrendo a ospitare gli europei del 2032. Parma al momento non è tra le undici città selezionate perché non ha uno stadio all'altezza. Cagliari invece, che ha già approvato il progetto di realizzazione del nuovo stadio, è stata inserita tra le realtà che potrebbero ospitare un evento. Questo dimostra che prima si completa l'iter autorizzativo e si realizza l'impianto e prima arriveranno benefici per la città. Se l'intervento venisse completato entro il 2027 Parma, a mio parere, potrebbe cercare di inserirsi tra le città candidate ad ospitare una delle partite degli europei del 2032.

In caso di fallimento della società, cosa accadrebbe?

Il fallimento è una delle ipotesi che consente al Comune di risolvere il contratto e riappropriarsi subito del bene.

C'è chi, riferendosi al nuovo Tardini, parla di «project financing». É corretto?

No. Si tratta di una procedura di affidamento in concessione che non ha un suo fondamento nelle disposizioni normative riferite alla finanza di progetto, ma ad una disposizione di legge specifica per gli stadi che tiene conto, ad esempio, della presenza di una società sportiva che utilizza quel bene da tanto tempo.

A proposito di tempi, la nuova legge sugli stadi riduce i tempi dell'iter decisorio?

La nuova legge sugli stadi semplifica e accelera le procedure amministrative per la costruzione o la ristrutturazione degli stadi. Nel caso di Parma, una volta terminati i passaggi in capo al Comune, la società dovrà presentare il progetto definitivo tenendo conto delle richieste avanzate dall'Amministrazione comunale. A quel punto la conferenza dei servizi dovrà esprimersi entro sessanta giorni (novanta se convocata dalla Regione ndr). Una volta approvato il definitivo, se il progetto è proposto da una società sportiva professionistica, non c'è obbligo di prevedere alcuna gara e si può procedere subito a firmare il contratto.