Valtaro

L'appello: «Comuni uniti per salvaguardare i piccoli negozi»

Monica Rossi

La pandemia ha avuto, tra i tanti effetti, quello di far riscoprire il valore unico e insostituibile delle botteghe di prossimità. Passata l’emergenza, però, il trend delle chiusure dei negozi di vicinato tanto nelle città (di quartiere in quartiere, sull’altare, il più delle volte, della grande distribuzione) quanto nei piccoli paesi, non si arresta.

Per arginare il fenomeno, ora entra in campo anche l’Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani dell’Emilia Romagna, che lancia un appello per il contenimento della «desertificazione commerciale» in montagna e lo fa con la proposta di un ordine del giorno (elaborato in accordo con l’Uncem nazionale in relazione alla campagna «Compra in valle, la Montagna vivrà»).

Inviato a tutti i Comuni montani della regione, l’ente chiede che l’odg sia approvato nei consigli comunali, per poi inoltrare il documento a Governo, Parlamento e Regione. «Chiediamo con forza al governo nazionale e a quello regionale di attivare misure concrete e urgenti per salvare i negozi sotto casa e il commercio di prossimità nei piccoli comuni e nei centri delle aree montane, “schiacciati” negli ultimi due decenni dai supermercati e dai centri commerciali. È questa una necessità sociale, culturale, economica e politico-istituzionale», dice il presidente dell’Uncem Emilia-Romagna Giovanni Battista Pasini.

La strada tracciata dal documento è di favorire la nascita di esercizi polifunzionali, nei quali il commercio è accompagnato da altri servizi di interesse per la collettività: un elemento essenziale per arginare il rischio di spopolamento. Per questo - si legge nel documento - «occorre attivare misure di contrasto allo svantaggio fiscale per le attività che operano in montagna e agevolare i giovani che decidono di aprire imprese e negozi». In sostanza, Uncem chiede, con riferimento ai comuni classificati ad alta e altissima marginalità socioeconomica, che le imposte per imprese e per gli esercizi commerciali siano azzerate, poiché il mantenimento degli esercizi di vicinato in questi centri concorrono a contrastare lo spopolamento e a mantenere viva la montagna. Più che una funzione economica, argomenta ancora Uncem, queste attività hanno un importante peso sociale, «in assenza delle quali i costi sociali che ricadrebbero indirettamente sulla collettività sarebbero superiori all’eventuale minore gettito fiscale».

Sulla questione interviene il sindaco di Compiano Francesco Mariani, membro della Giunta dell’Uncem Emilia-Romagna. «L’ordine del giorno lo abbiamo calendarizzato e lo voteremo entro questo mese - fa sapere -. Si tratta di un’iniziativa che si inserisce però in un discorso molto più ampio, su cui la stessa Uncem sta insistendo da qualche anno. Oltre alla campagna di sensibilizzazione per le attività commerciali, dobbiamo investire sulla formazione: più sono le opportunità di lavoro sul territorio, maggiori saranno le possibilità di restare a vivere in montagna, con evidenti ritorni per la tenuta del tessuto economico e sociale».