Polizia locale
«Vigili in divisa in strada»: chiude il Nucleo investigativo
Il Nucleo investigativo della Polizia locale ha chiuso i battenti dopo cinque anni. La decisione, una delle prime prese dal neo comandante Enrico Usai, ex dirigente della Digos in carica da metà gennaio, ha il pieno appoggio politico della Giunta. «È in corso una ristrutturazione generale del Corpo - spiega l’assessore ai Lavori pubblici e alla Legalità Francesco De Vanna - e anche questo passaggio concorre a dare vita a una Polizia locale di prossimità, più a contatto con i cittadini». E concentrata su compiti magari più tradizionali e specifici. Una piccola rivoluzione nell’approccio alla questione della sicurezza (e della sua percezione) nell’isola non sempre felice. Si tratta anche di una scelta per certi versi controcorrente: i comandi della Polizia locale della stragrande maggioranza delle città emiliano-romagnole annoverano nuclei investigativi più o meno consistenti.
«Risposta alle esigenze»
«Abbiamo messo a punto - sottolinea Usai - una visione strategica coerente sia con gli indirizzi della nuova amministrazione che con le istanze costanti della cittadinanza che sempre più richiede attenzione e visibilità nei quartieri. La creazione dell’agente di comunità, quale figura di prossimità e di riferimento quotidiano per il cittadino, ha richiesto una razionalizzazione delle risorse, considerato che da un’iniziale sperimentazione in San Leonardo è emersa l’esigenza di estenderne l’attività anche in Oltretorrente (da maggio) e al Pablo (dal prossimo autunno)». Anche qui almeno sei uomini al giorno, in divisa, saranno presenti su strade e marciapiedi. «E prioritaria - prosegue il comandante - è risultata l'intenzione di investire nei presidi territoriali (piazzale Rastelli e presto anche la Ghiaia) per riattivare la capacità operativa in termini d i uomini e funzioni».
«Fuori dall'ombra» (il Nucleo investigativo lavorava in borghese) e dai settori da sempre coperti da forze di polizia più specializzate. La maggior presenza nei propri settori istituzionali non deve essere solo nello spazio, ma anche nel tempo. «Nelle ore notturne - ricorda Usai - la Polizia locale non ha pattuglie in servizio per funzioni essenziali quali il rilievo di incidenti e l’infortunistica o la prevenzione e il contrasto delle condotte di guida in stato di alterazione, che ad oggi sono rimesse alle pattuglie di altre forze di polizia, distolte così dal controllo del territorio per sopperire alle funzioni che dovrebbero essere svolte da questo Corpo».
«Nessun limite in futuro»
Coperti in modo adeguato i servizi istituzionali di competenza, assicura il comandante «non vi sarebbe alcuna preclusione, con forze e risorse disponibili, a dedicarsi a consolidare funzioni (come quella investigativa) ad oggi già svolte con grande competenza da parte delle altre forze di polizia». Che possa trattarsi solo di una ritirata strategica lo sottolinea anche De Vanna, aggiungendo che «il Corpo non smetterà di raccogliere informazioni e sviluppare approfondimenti, con una sempre maggiore integrazione con Questura, Carabinieri e Guardia di finanza».
Arresti e denunce
Quella del Nucleo investigativo è un’uscita di scena tutt’altro che disonorevole. Anzi. Dal 2018, quando venne costituito dall’allora comandante Donatella Signifredi - quasi a voler significare una volta per tutte il superamento dello choc per l’affaire Bonsu - i suoi componenti (quattro, al momento della chiusura) possono vantare risultati significativi. Da soli o con altre forze dell'ordine hanno condotto, tra le altre, inchieste che hanno portato alla denuncia di otto graffitari, all’arresto - in un'operazione antidroga nella zona del Teatro Regio - di 12 persone e alla denuncia di 37, oltre alla chiusura di un locale pubblico. Quattro invece i diciottenni arrestati (e con loro tre minorenni indagati) al termine di un’inchiesta sulle baby gang del centro svolta con i carabinieri. Meno eclatante l’arresto di uno spacciatore in viale Toschi: offriva «fumo» ai ragazzi e, già che c’era, ci provò pure con due uomini del Nucleo investigativo evidentemente molto bravi a mimetizzarsi.
«Più punti di riferimento»
Ora non sarà più possibile (a meno che lo stesso pusher non abbia esagerato con l'uso di sostanze): la divisa sarà d’obbligo. «Con l’agente di comunità vogliamo - prosegue l’assessore - dare un punto di riferimento per il cittadino anche per costruire reti di protezione sociale. Inoltre, la ristrutturazione della Polizia locale di Parma ha come obiettivo l’incremento del contrasto agli abusi edilizi e delle verifiche delle attività commerciali. Da affrontare, poi, ci sono i grandi temi dei controlli ambientali e della lotta all’abbandono dei rifiuti. Fronti sui quali abbiamo elevato l’attenzione, ottenendo già i primi risultati».
Roberto Longoni