Polemica
Asili: crescono le liste d'attesa. Vignali e Ubaldi: «Dal Comune nessuna convenzione con le scuole paritarie»
«Sui servizi per l'infanzia il Comune di Parma non ha trovato una soluzione. E le liste d'attesa rispetto all'anno scorso sono addirittura aumentate».
Federica Ubaldi, consigliere comunale di Civiltà Parmigiana, è chiara e ora che si contano ben 1.293 bambini senza un posto per il prossimo anno scolastico nelle materne e nei nidi, contro i 1.164 dell'anno scorso, il problema è più sentito che mai. Anche Pietro Vignali, sempre all'opposizione, nel dicembre scorso aveva presentato una mozione ma «nulla è stato fatto - dice - e ora ho presentato un'interrogazione per sapere quali iniziative il Comune intende assumere per azzerare le liste d'attesa». L'opposizione è d'accordo che «l'attuale amministrazione comunale non ha voluto accettare la convenzione con le scuole paritarie private dichiarando di non averne bisogno e invece il problema delle liste d'attesa rimane - continua la Ubaldi -. Eppure in campagna elettorale in un dibattito acceso organizzato dalla Fism l'allora candidato Guerra aveva condiviso con noi che la soluzione dei posti per nidi e materne doveva passare sì attraverso nuove strutture ma anche con il coinvolgimento delle paritarie private, attivando la convenzione, ma questo poi non è stato fatto». Per le scuole dell’infanzia, per l’anno scolastico 2023/2024, sono stati assegnati 1046 posti, con 572 domande in lista di attesa: l'anno scorso erano 564. Per i nidi, per l’anno scolastico 2023/2024, sono stati assegnati 759 posti, con 721 domande in lista d’attesa: l'anno scorso erano 600.
«I due nuovi asili - aggiunge Pietro Vignali - che verranno costruiti nel quartiere Eurosia e nel quartiere Parma Mia porteranno solo 200 posti e prima che vengano finiti ci vorranno due anni. Per cui bisogna trovare delle alternative e in tempi rapidi». Vignali ricorda inoltre che fino al 2011, a quando lui era sindaco, il Comune metteva a disposizione un contributo per le famiglie che usufruivano delle scuole paritarie private e che era di 444.250 euro: in questo modo si potevano aiutare ben 216 nuclei famigliari nel pagamento delle rette. «Da allora questo contributo è sparito - continua Vignali -; la giunta Pizzarotti lo ha cancellato e non è più stato ripristinato. Senza dimenticare che la Regione dà anch'essa un contributo per il pagamento delle rette, ma solo in presenza di convenzioni con fra comuni e scuole paritarie... Insomma, quello dei posti alle materne e ai nidi è una cicatrice grossa che va a pregiudicare anche la propensione a fare figli, proprio perché le famiglie non vengono aiutate. E la soluzione va trovata. Per cui bisogna aumentare le procedure negoziate con le private, in quanto 93 posti sono pochi; attivare le convenzioni con le scuole paritarie cattoliche e dare un contributo alle famiglie; implementare gli asili con il tempo prolungato; investire sugli asili aziendali attraverso la concessione del diritto di superficie; infine, riattivare la lista di quelle madri che si accreditano per tenere oltre al proprio figlio altri bambini, perché anche questa possibilità è stata abbandonata». Ma c'è di più: «Bisogna lavorare su quello chiarito dal decreto legislativo 65 del 2017 - precisa Federica Ubaldi - e cioè sul sistema integrato 0-6. Spetta agli enti locali accreditare i privati per l'istituzione e la gestione dei servizi educativi per l'infanzia. L'obiettivo è l'azzeramento delle liste d'attesa e la promozione della importante continuità del percorso educativo scolastico 0-6. Il Comune di Parma è tra i pochissimi comuni in regione a non stipulare la convenzione con le paritarie per rendere integrato il sistema - riprende la Ubaldi -, per cui ci aspettiamo che la promessa del sindaco Guerra in campagna elettorale venga mantenuta nel più breve tempo possibile».
Il referente sella Fism (Federazione italiana scuole materne) distretto di Parma Francesco Contuzzi dice che solo in città esistono 16 scuole paritarie a gestione privata, tutte cattoliche, con 1.300 bambini: «Per la convenzione eravamo in parola con tutti i candidati sindaco - dice Contuzzi - e con l'attuale amministrazione ci siamo già incontrati ma stiamo aspettando una decisione in merito. La convenzione permette alle scuole di accedere ai contributi statali e aiuterebbe le famiglie a effettuare una scelta libera sia comunale sia privata e a spalmare le domande in più sedi, per cui a ridurre la lista d'attesa. La convenzione poi può avere diverse forme: da quella a zero costi fino a quella che porta al sistema integrato. Certamente se non ci fossero le nostre scuole le domande al Comune sarebbero oltre 2.000».
Mara Varoli