AMBIENTE

KilometroVerdeParma, 13.800 alberi piantati in un anno per combattere smog e afa

pierluigi dallapina

Il potere delle piante è enorme. «Un albero alto una ventina di metri, con una chioma folta, è in grado di raffrescare l'aria funzionando come cinque condizionatori. In più, ha la capacità di diminuire di uno o due gradi la temperatura dell'aria che gli sta intorno. Un alberello di 6 o 7 metri invece funziona come un condizionatore solo. Quindi è importante piantare nuovi alberi, ma bisogna anche prendersi cura di quelli che già esistono». Renato Bruni professore di botanica-biologia farmaceutica al dipartimento di Scienze degli alimenti dell'Università, è anche consigliere del consorzio forestale KilometroVerdeParma e approfitta della pubblicazione del bilancio sociale del consorzio per spiegare i «superpoteri» degli alberi.

Ma attenzione, Bruni è uno studioso serio, che non promette «miracoli verdi». «Piantare alberi è una soluzione, ma le piante non hanno la bacchetta magica, non dobbiamo illuderci che possano risolvere tutti i problemi dei contesti urbani». Tradotto, gli alberi servono, ma l'uomo deve fare la sua parte riducendo le colate di asfalto e cemento, dando un taglio alle emissioni inquinanti e al traffico, oltre ad adottare stili di vita meno impattanti sull'ambiente.

Nel corso del 2022 KilometroVerdeParma ha piantato 13.800 alberi tra la città e la provincia per dar vita a quelle foreste urbane in grado di far fronte al cambiamento climatico (temperature sempre più roventi in estate) e ripulire un'aria che in pianura è sempre troppo carica di inquinanti.

«Il nostro obiettivo è dar vita a foresta a chilometro zero», spiega, ricordando che ogni «piantagione è mista, per evitare che gli alberi invecchino contemporaneamente». E poi, chiome e altezze diverse danno un bel colpo d'occhio. «Non tutte le piante hanno la stessa capacità di catturare il particolato o di rinfrescare l'aria. Il giusto mix di piante rafforza quindi la loro azione positiva».

Tigli, farnie e aceri (ma non solo) sono gli alberi piantati dal consorzio forestale nel Parmense, anche se ogni intervento di riforestazione è stato pensato su misura per i vari spazi e i vari contesti urbani. «Le piante non sono lampioni, quindi vanno messi a dimora gli alberi giusti nel posto giusto». Bruni infatti ricorda che olmi e ippocastani sono delicati e quindi meno adatti a fare ombra a viali e parchi di una pianura in cui il cambiamento climatico rende gli effetti dell'inquinamento più aggressivi.

Il consorzio forestale, oltre a piantare tra le 15-20mila piante all'anno, si prende cura (ad esempio con adeguati sistemi di irrigazione) dei boschi che stanno crescendo. «Le piante, per darci dei benefici, vanno pensate come nostri concittadini. Non sono semplici strumenti che ci danno un servizio. Certo, hanno il dovere di farci ombra, di ripulire l'aria e di abbassare il calore, però hanno anche il diritto di essere rispettati». Ad esempio, gli alberi non vanno «affogati» nell'asfalto oppure capitozzati. Dalla loro salute dipende anche il nostro benessere.

Pierluigi Dallapina