Lutto
Collecchio piange l'ebanista Gugliemo Carretta
Collecchio piange Guglielmo Carretta, 90 anni, pensionato: con lui se ne va un pezzo di storia del paese.
Guglielmo ha fatto parte di quella generazione che, dopo la guerra, si è rimboccata le maniche contribuendo allo sviluppo del suo paese dopo le ferite del conflitto. Collecchiese doc, era nato nella casa di via Vittorio Veneto 25 dove ha abitato per una vita assieme alla moglie Carolina Villazzi, scomparsa tre anni fa, e alla famiglia. Era figlio di un falegname ed aveva seguito, fin dagli anni Trenta, le orme del padre, andando a lavorare nel laboratorio in via Veneto, verso via Spezia.
Da quando aveva 14 anni ha lavorato ininterrottamente fino a 62 anni, alla fine degli anni Novanta. Con lui si chiude un’epoca: per il padre, ebanista come il nonno, il legno non aveva segreti. E Guglielmo ha iniziato molto presto a seguirlo nei boschi per la selezione del legname.
«Sei o sette mesi all’anno – ricordava in un’intervista del 2001 – stavamo nei boschi di Carrega a fare legna». Conosceva bene i vari tipi di legname e le piante da cui si otteneva. Nel laboratorio del padre i tronchi venivano tagliati per ottenere tavole per ricoprire solai e sottotetti. Un lavoro faticoso, alleviato negli anni Cinquanta e Sessanta dall’introduzione di motoseghe e macchinari per la lavorazione.
Gioviale, aperto, pieno di vita e di interessi, sportivo, generoso - fu donatore Avis - e perspicace si è dedicato al lavoro ed alla sua famiglia. Negli anni Sessanta fondò la sua segheria in via Verdi, chiusa dopo il pensionamento. «Negli anni Quaranta - ricordava - si producevano casse di legno e gabbie per cipolle, pomodori, acqua e vino. Dalla fine degli anni Ottanta prese il sopravvento la produzione di bancali». E la falegnameria Carretta è stata una delle fornitrici della Parmalat nel periodo di suo massimo sviluppo.
Il lavoro per lui era una passione, i dipendenti erano una grande famiglia. La sua ditta fu insignita nell’albo d’oro per la sua attività nel 1977 dal Messaggero economico italiano. Nel 1976 ottenne il riconoscimento Città di Parma nella categoria imballaggi e legno. Lo piangono la figlia Margherita, il figlio Claudio, i nipoti e i parenti. Il funerale oggi alle 15, partendo dalle sale del Commiato collecchiese, in via della Basse 1/g, per la chiesa parrocchiale.
Gian Carlo Zanacca