Il caso
Solignano, un altro cane sbranato dai lupi
Un’ennesima aggressione da parte di lupi è avvenuta nei pressi della zona di addestramento a Murolo di Solignano nella valle del torrente Mozzola. A farne le spese è stata una segugia dell’Appennino, di nome Viola, che il proprietario Tiziano Sani, addestratore residente a Borghetto di Noceto, aveva accompagnato, insieme ad una muta composta da altri cinque cani, per un addestramento dalle parti del paese montano.
«Una volta arrivato a destinazione, attorno alle 9, ho lasciato liberi i cani che hanno cominciato a seguire la lepre – racconta dispiaciuto Tiziano Sani –. Ad un certo punto ho sentito un abbaiare strano che mi ha subito insospettito per questo motivo mi sono avviato in direzione dei cani, facilmente rintracciabili perché tutti dotati di collare satellitare, notando come, al mio richiamo, tutti si sono avvicinati tranne Viola che, al contrario, continuava ad allontanarsi fino a quando non si è fermata».
«Mi sono così avvicinato alla zona dalla quale proveniva il segnale del gps - ha proseguito l'addestratore - e soltanto quando sono stato nelle immediate vicinanze, praticamente in fondo alla valle vicino al torrente Mozzola, ho visto Viola dilaniata. Non c'era bisogno di porsi tanti interrogativi: ho capito subito quello che era successo...».
Sani si è avvicinato all'animale e poi ha provveduto a recuperare ciò che ne restava.
«Appena recuperata la carcassa, sono stato seguito per un po’ da alcuni lupi che poi se ne sono andati – ha specificato il proprietario del cane –. Viola aveva 2 anni, era una segugia dell’Appennino alla sua ultima uscita perché sarebbe diventata mamma a fine maggio». La cagna era infatti gravida.
Non era un cane «qualsiasi». «Viola - ha spiegato Tiziano Sani - era stata selezionata per lavorare sulla lepre conseguendo l’idoneità in esposizione per essere riconosciuta nel libro genealogico dell’Ente nazionale cinofilia italiana, mentre nelle verifiche zootecniche aveva già fatto due qualifiche in classe muta a Pavia e a Piacenza».
«Allevo segugi da 40 anni - ha tenuto a precisare Sani - ed è la prima volta che mi succede un episodio simile. Spero che il sacrificio di Viola possa smuovere le coscienze delle autorità preposte a prendere decisioni perché la situazione sta diventando assolutamente insostenibile».
Gli attacchi ai cani da parte di lupi si susseguono da tempo. Gli episodi, soprattutto nella zona di Varsi e sono stati frequenti negli ultimi tempi.
Inoltre, solo per quanto riguarda i segugi, nelle vicinanze del monte Carameto ne è stato sbranato uno maremmano di soli 13 mesi, di proprietà di un salsese. Un altro segugio - in questo caso italiano a pelo corto - venne dilaniato a Salsomaggiore nel corso di un addestramento.
M.L.