EMERGENZA MIGRANTI
Appello del prefetto: «Urgente trovare gestori e posti letto»
Gli sbarchi continuano e la ricerca di immobili per l'accoglienza di migranti è sempre più un'emergenza. A cui se ne aggiunge un'altra: anche quando (pochi) posti letto si trovano, mancano le professionalità necessarie per attivarli. «Siamo in grande sofferenza, impossibile negarlo: è per questo che mi sento di rinnovare un nuovo appello alla comunità di Parma e provincia» dice il prefetto Antonio Garufi, da mesi impegnato a sbrogliare la matassa di più di un bando andato deserto. «Non si palesano né gestori né operatori che possano lavorare nelle strutture - spiega - : la mia richiesta è a farsi avanti, abbiamo bisogno di loro».
Lo aveva già ripetuto alcune settimane fa: Parma dimostri, in generale, «che sa fare squadra». Alcune strutture - anche se non tali da raggiungere il numero necessario - erano state messe a disposizione durante un tavolo convocato prima di Pasqua dall'Ospedale e dall'Azienda Ausl, così come dal Comune di Salsomaggiore, tra il capoluogo e Tabiano. Ma disponibilità non vuol dire immediatezza: servono le verifiche tecniche che sanciscano l'adeguatezza degli immobili e pure la burocrazia fa la sua parte per allungare i tempi. Quando non sono invece necessari lavori.
Anche la Diocesi ha fatto un suo censimento: «Sono emersi alcuni appartamenti in provincia già immediatamente fruibili, anche se piccoli come dimensioni - spiega Maria Cecilia Scaffardi, direttrice della Caritas e referente diocesana per l'accoglienza migranti -. Ci sono poi altri spazi che potrebbero essere utilizzati: cercheremo di capire con le istituzioni locali se con pochi accorgimenti potrebbe esserci una deroga che vada ad accelerare i tempi. Ma è un tema che che va affrontato con chi può dirlo».
Parla, Scaffardi - e non a torto - dell'«immaginario collettivo delle canoniche»: «È vero che gli spazi sono ampi ma sono necessarie ristrutturazioni, adeguamenti di impianti, ci sono questioni di fruibilità: magari c'è un bagno e basta. Danno più problemi: anche quelli legati alle esigenze della Sovrintendenza, quando si tratta di edifici antichi. La cosa positiva è che si è costituito un tavolo con il nostro ufficio tecnico per un lavoro che non guardi solo a una disponibilità di cuore ma abbia già supporto tecnico per dare concretezza».
Come già sottolineato dal prefetto, l'altra faccia della medaglia è la gestione. «Serve un'accoglienza vera e c'è la fatica a trovare risorse umane interne. Le parrocchie possono fare un pezzo di integrazione, ma per loro natura non possono prendersi in carico in toto della questione e anche la stessa Caritas oggi farebbe fatica. Dovremo capire con chi poter fare un pezzo di strada insieme».
C.C.