BUROCRAZIA
Vignali: «Carta d'identità elettronica, inaccettabili 50 giorni di attesa». A Reggio bastano pochi giorni
È inaccettabile aspettare 50 giorni per ottenere il primo appuntamento per la carta d'identità elettronica. Pietro Vignali, capogruppo della lista Vignali sindaco, va all'attacco dell'amministrazione comunale. «A Parma servono ancora ben 50 giorni per ottenere l’appuntamento per fare la carta d’identità elettronica (Cie) e questo non è accettabile».
La situazione però è migliorata: a inizio febbraio bisognava aspettare circa quattro mesi, e questo Vignali lo riconosce, ma «comunque l’obiettivo annunciato dalla giunta, non certo ottimale e soddisfacente, di scendere, entro giugno, sotto i 30 giorni d’attesa non è stato raggiunto». Dal Comune promettono di scendere sotto i 40 giorni, ma visto l'arrivo dell'estate, e le partenze per le vacanze, il capogruppo è convinto che la situazione possa solo peggiorare.
«Il confronto con le vicine città è impietoso», rincara la dose, prendendo come riferimento Piacenza e Reggio Emilia, prima di spostarsi in Lombardia. «A Mantova l’appuntamento più vicino è a cinque giorni e a Bergamo addirittura è immediato, si consegnano i documenti allo sportello e servono solo sei giorni lavorativi per ottenere il pin e il puk. Così come accadeva anche a Parma quando funzionava il servizio al cittadino».
Ma quale sarebbe, per Vignali, un'attesa accettabile? Sette giorni. «Parma non può essere da meno rispetto alle città vicine, i tempi si devono attestare attorno alla settimana». Il capogruppo è impietoso: «Dopo essere stati in passato un esempio di efficienza in Italia siamo oggi fanalino di coda».
A questo punto Vignali fa un paragone con il passato, quando era assessore prima e sindaco poi. «I servizi al cittadino che rientravano nel più ampio progetto Comune Amico, collocati agli sportelli al piano interrato del Duc, erano stati un fiore all’occhiello per l’intero Paese, tanto che il ministero della Pubblica amministrazione li portava come esempio di efficienza. Oggi il Duc è diventato un fortino inaccessibile. E la Cie è solo la punta dell’iceberg di un mare di inefficienza».
Gli esempi di burocrazia lumaca non si fermerebbero alla sola carta d'identità. «I problemi di relazione con il Comune ci sono anche per i professionisti che devono confrontarsi con lo sportello edilizia o per le attività produttive che da anni richiedono l’istituzione di una via preferenziale, lo sportello unico».
E, ancora: «I cittadini che devono richiedere i permessi di parcheggio auto un tempo avevano a disposizione sportelli polifunzionali con personale di Infomobility. Oggi si ottengono solo su prenotazione o in modo digitale, con buona pace degli anziani che hanno difficoltà ad utilizzare le nuove tecnologie e che ora devono muoversi autonomamente nella giungla della burocrazia comunale».
Il Comune Amico, conclude Vignali, «era già a un livello avanzato e, nonostante questo, avevamo previsto una ulteriore ottimizzazione con il servizio di tutoraggio che purtroppo anche quello è rimasto fermo. La realtà è che purtroppo sono stati fatti diversi salti indietro che i cittadini di Parma non meritano».